TAI ROSSO
PEGORARO

Di tutte le famiglie di uve, la variegata popolazione che ruota intorno alla grenache – per inquadrare la faccenda in maniera smaccatamente filofrancese – è tra le più intriganti: cannonau, alicante nero, granaccia in terra italica, garnacha, tinta mencida, tintilo de rota, tinto menudo, aragones in Spagna; più altri numerosi eteronimi francesi (bois jaune, sans pareil, roussillon, rivesaltes, redonval, rouvaillard, ranconnat...). Verosimilmente originaria della penisola iberica, dove è intensamente coltivata, si è spostata verso est colonizzando ampie porzioni dell’estesissimo vigneto del Sud della Francia. Non gode di una reputazione particolarmente lusinghiera («la grenache è considerata più per la sua muscolatura che per la sua bellezza», J. Robinson, Vines, Grapes and Wines, 1986), ma a torto: molti produttori non hanno saputo fare di meglio che sottolinearne l’esuberanza estrattiva e alcolica, e di concerto diversi scrittori anglosassoni sono rimasti desolatamente miopi davanti alle sue evidenti qualità aromatiche. Una sua “variante” meno nota è la parente stretta coltivata in Veneto, conosciuta fino a un decennio fa come “tocai rosso” e oggi ribattezzata “tai rosso”. Giunta nei Colli Berici con tutta probabilità dal Sud della Francia tramite la curia vescovile di Vicenza, genera uve di plastica adattabilità, capaci di dare vinelli leggeri come prodotti dalle spalle più larghe.

Giunta nei Colli Berici con tutta probabilità dal Sud della Francia genera uve di plastica adattabilità, capaci di dare vinelli leggeri come prodotti dalle spalle più larghe

Il Tai Rosso della famiglia Pegoraro viene da vigne collinari nella campagna di Mossano, ed è vinificato senza particolare originalità: lieviti selezionati, fermentazione a temperatura controllata, macerazione medio/breve; ciò che potrebbe far storcere il naso a più di un bevitore hipster. Ma, lo ripetiamo ancora una volta, ciò che conta è il risultato finale, non soltanto le trine e i merletti di ciò che si può raccontare prima per sedurre gli enomaniaci: bel colore ciliegia matura, profumi invitanti di foglia di geranio, lampone, mirtilli, bella polpa di frutto e grande dinamica al palato. In un mirabile punto di equilibrio tra densità interna e dinamica gustativa, chiude su ricordi di pepe (di vari colori, escluso il rosa).