Salire a Marano ci risveglia quella percezione della Valpolicella Classica come una terra pietrosa, boschiva e impervia. La collina strappa e s’impenna, inondata da squarci di luce; e le vigne si arrampicano fino a quota 400, sempre rivolte a sud. Proviamo a immaginare l’originaria selvatichezza del paesaggio, per come doveva apparire agli occhi di Mario Soldati all’epoca dei suoi viaggi d’assaggio di fine anni Sessanta. Ma è l’illusione di un attimo, un’illusione prospettica da cui non dobbiamo farci incantare. Non era forse lo stesso Soldati che definiva in quelle pagine “vana” la ricerca del vino di Valpolicella per come lo aveva raccontato Hemingway, vent’anni prima di lui? «Sono stato in tanti posti, ho provato scrupolosamente tanti vini, incominciando dai più famosi e finendo con quelli più umili e paesani. Ma […] non ho più trovato niente che assomigli neanche da lontano al Valpolicella di Hemingway». Ecco, per dirla tutta: questa nostalgia non ci appartiene. Certo fa un po’ tristezza registrare l’attuale declino del Valpolicella Classico, a vantaggio di rossi quali Ripasso e Amarone, ben più concentrati e rassicuranti nella loro morbidezza alcolica, nonché più remunerativi. Ma questo non vuol dire che il Valpolicella Classico di venti o trenta anni fa fosse migliore di quelli di oggi. Anzi, al contrario: a indispettirci è proprio il fatto che di tanto in tanto, nella disattenzione diffusa per la tipologia, si inciampa in piccole perle di luce come il Classico di Novaia.
La collina strappa e s’impenna, inondata da squarci di luce; e le vigne si arrampicano fino a quota 400, sempre rivolte a sud
Realizzato su terreni vulcanici ricchi in tufo e poveri in materia organica, vinificato in acciaio a partire da sole uve fresche, ecco un rosso che più contemporaneo non si può: dodici gradi di alcol, colore luminoso e brillante, di espressiva e nitida vitalità aromatica, dalla bevibilità contagiosa e trascinante. Possibile che non scatti l’applauso? Possibile che un simile campione di freschezza e succosità non serva da esempio a un rapido riscatto di questa storica denominazione? È quello che auspicano da tempo sia tanti semplici appassionati, sia la parte più avveduta della critica vinicola internazionale (per intenderci: quelli che sbadigliano in inglese alle Anteprime dell’Amarone). Noi sbadigliamo in italiano, però ci associamo negli auspìci.