ALBONE
PODERE SALICETO

È possibile scomporre il piacere che si prova bevendo un vino suddividendolo per superficie di impatto sul corpo? Uhmmmm... Non è chiaro messo in questi termini... Riformuliamo: si può individuare in quale percentuale un vino susciti sensazioni positive, misurando l’estensione delle percezioni come si pensava di poter fare alla fine dell’Ottocento, in pieno positivismo? Ovviamente no.

Nonostante questo, ci pare evidente – su un piano rigorosamente a-scientifico e ciarlatanesco, e dando per scontata la variabilità dei gusti personali – che alcuni vini piacciano in media su un mero piano cerebrale: per esempio certi Pinot Gris alsaziani, impeccabilmente vinificati, profumatissimi ed equilibratissimi, ma nei fatti noiosissimi. Molti altri vini invece sono una gioia per il palato, come dovrebbe sempre essere e come quasi sempre è con prodotti di buona qualità. Pochi vini, infine, sono un piacere per l’intero corpo, che entra in vibrazione consonante dalle orecchie fino alla punta dell’alluce. In quest’ultima categoria va annoverato tra i primissimi il rosso intenso, spumoso e fresco che si ottiene dal lambrusco salamino. L’Albone, la felice versione di Lambrusco Salamino proposta da Gian Paolo, Isabella e Marcello Righi, che fanno vino dalla metà degli anni Duemila a Campogalliano, appena a nord del fiume Secchia, ha tutto per suscitare reazioni altrettanto entusiastiche; tranne che per il nome, naturalmente.

Pochi vini sono un piacere per l’intero corpo, che entra in vibrazione consonante dalle orecchie fino alla punta dell’alluce. In quest’ultima categoria va annoverato il rosso intenso, spumoso e fresco che si ottiene dal lambrusco salamino

Rosso carico dai bordi violacei, profumato di lamponi, more e ciliegie scure, ha sapore pieno, rotondo, quasi grasso, che scorrerebbe con paciosa morbidezza – grazie anche al discreto residuo zuccherino – fino a un tranquillo finale se non intervenisse il tipico colpo di coda dell’acidità del lambrusco a dargli una salutare scossa elettrica. Innervando così il sorso e raddrizzando l’intera architettura del vino.