egli anni Cinquanta del Novecento, Centesimino era il soprannome dato dai faentini al loro compaesano Pietro Pianori: un signore evidentemente molto attento nel gestire le sue finanze. A questo oculato risparmiatore, che ebbe la lungimiranza di coltivarne qualche filare nel suo podere Terbato, dobbiamo la sopravvivenza e la (tuttora infinitesima) diffusione dell’uva omonima. Il centesimino, varietà aromatica che per fare un rozzo paragone può ricordare il moscato rosa, è una fabbrica di zuccheri che va tenuta a bada sia nel campo che in vinificazione, se non si vuole mettere in bottiglia una confettura amorfa e stucchevole. A distanza di oltre mezzo secolo si rinviene soltanto nel distretto di Oriolo, frazione di Faenza dominata da una scenografica torre medievale. Qui i nuclei aziendali che si misurano con la sua produzione sono solo sette. La vigna di centesimino di Pietro “Centesimino” restò in attività fino al 1980, quando venne spiantata. Per fortuna il parroco del comune ne conservò alcune marze, che mise a dimora nella confinante Cantina di San Biagio Vecchio. Lucia Ziniti e Andrea Balducci, che guidano la tenuta oggi, si ritrovano un biotipo di centesimino piuttosto diverso dai cloni dei vivaisti locali, dai grappoli più piccoli e più spargoli. Anche il rosso che ne ottengono appare diverso dalle altre interpretazioni; almeno nell’ultima vendemmia in arrivo sul mercato.
La vigna di centesimino di Pietro “Centesimino” restò in attività fino al 1980, quando venne spiantata. Per fortuna il parroco del comune ne conservò alcune marze
Meno debitore della frazione aromatica e più sauvage, originale nel bouquet floreale e minerale, deciso al palato, dove non si rintracciano inflessioni dolci e dove al contrario prevale – nonostante gli abbondanti tannini e l’alcol non proprio timido provino a fare da freno – la freschezza croccante del frutto. Una lettura convincente, che sceglie di non affidarsi alla rete di sicurezza degli zuccheri residui e prova la non facile strada del rosso grintoso, contrastato, dinamico. Sfida dall’esito non scontato ma – a giudicare dalla qualità dell’edizione 2016 – pienamente vinta.