ROSSO
CAPRANDOLE

Da molti anni la scienza ufficiale ha sdoganato l’ipotesi, un tempo fantascientifica, dell’esistenza di altri mondi: quindi non è affatto azzardato immaginare che un’azienda vitivinicola chiamata Caprandole esista realmente, in qualche angolo dell’Universo conosciuto. Per parte nostra abbiamo fatto tutto il possibile per raggiungerla fisicamente, inerpicandoci lungo tortuose strade carraie nelle campagne di Pontassieve, con l’aiuto di guide alpine e mute di cani di comprovata esperienza. Niente. Dopo alcuni mesi di ricerche infruttuose abbiamo dovuto abbandonare il campo; anche per mancanza di finanziamenti. Siamo certi che un giorno l’Uomo riuscirà a dimostrare che Caprandole non è soltanto un luogo della mitologia enoica, ma una realtà concreta. Per il momento dobbiamo accontentarci di alcuni reperti, che testimoniano in maniera crediamo inoppugnabile la presenza di vini di Caprandole sugli scaffali delle enoteche e magari in taluni ristoranti. Il Rosso, per esempio: un vino buonissimo, profumato di visciola e pepe, agile e brillante al palato. Sebbene sul finale una lama di acidità lievemente metallica ne irrigidisca appena il sorso, un rosso dissetante e molto riuscito. In origine pare venisse ottenuto da due parcelle di vigna distinte: una di sangiovese, l’altra di foglia tonda e canaiolo; questo fino al 2014. Con la vendemmia 2015 entrò nell’uvaggio un dieci per cento di pinot nero (sovrainnestato nel 2012, secondo un nostro consulente archeologo).

Siamo certi che un giorno l’Uomo riuscirà a dimostrare che Caprandole non è soltanto un luogo della mitologia enoica, ma una realtà concreta

Chiudiamo questo repertorio di incertezze storiche con un’altra evidenza documentale, il testo di un’epigrafe marmorea quasi certamente attribuibile a Thomas Colella, che si favoleggia fosse il proprietario di Caprandole: «Rispetto alle vendemmie precedenti ho anticipato molto la vendemmia lavorando quindi uva più fresca e meno “alcolica” valorizzando i profumi (a mio parere) anche se ho rinunciato un po’ al corpo. Vinifico e affino ormai solo in acciaio e il vino è pronto in circa 15 mesi».