TUTTI I GIORNI ROSSO
ANTONIO CAMILLO

Se mai non fosse ancora sufficientemente chiaro, vale la pena insistere una volta di più sui retroscena di questo libretto. Che ci siamo divertiti a scrivere per riabilitare qui la spensierata scorrevolezza di un vino come un qualificante elemento di piacere. E perciò come un valore, non più come un limite. Ci piace apprezzare la schiettezza e la spontaneità tra le sue risorse espressive più felici e gratificanti. E considerarne in ultima analisi la leggerezza come una preziosa garanzia di trasparenza. In questa prospettiva il Tutti i giorni Rosso di Antonio Camillo rischia di diventare una sorta di vino-manifesto della nostra pubblicazione, perché sa ricondurre la provocatoria iperbole dello “strabere” nel solco della sua accezione più appropriata, che vuole il vino compagno quotidiano della tavola, complemento essenziale del cibo, anima irrinunciabile della socialità conviviale. Come nasce questa nuova etichetta? Sappiamo che Antonio fino al 2014 è stato il braccio operativo di Gianpaolo Paglia nell’avventura della maremmana Poggio Argentiera. Con la vendita tanto repentina quanto imprevista di quell’azienda, Antonio sta per restare a piedi. Decide allora di metterci la faccia e di rischiare in proprio: il tempo di organizzarsi alla svelta e nel breve volgere di un paio di vendemmie ecco che già si lascia apprezzare come il novello Mozart del Ciliegiolo, un rosso mai così lirico e aggraziato prima della luminosa apparizione sulla scena del suo Vallerana Alta. Accanto alle selezioni di maggior “presa” territoriale, Antonio però non smette di credere nel vino sfuso, anche se gli amici gli fanno notare che i tagli destinati allo sfuso sono partite troppo golose per non andare in bottiglia. Ecco perciò la bottiglia da un litro, già tentata con successo da Gianmarco Antonuzi (Le Coste) e da Ampeleia; ed ecco anche l’utilità del ricorso a una seconda vendemmia, concepita nell’ottica di portare a casa tutta l’uva rimasta più indietro nella maturazione. «Se fai macerazioni brevi, la seconda vendemmia ti ripaga in termini di immediatezza», spiega Antonio.

Il vino è compagno quotidiano della tavola, complemento essenziale del cibo, anima irrinunciabile della socialità conviviale

E racconta di aver integrato al collaudato blend di sangiovese e ciliegiolo un piccolo saldo di grenache: fermentazioni spontanee, dodici giorni di macerazione, poi quattro mesi in cemento prima di entrare in commercio. E a chi gli chiede il perché di un prezzo così basso, la risposta è sempre la stessa: «Perché è vino!».