ROSSO PICENO SUPERIORE
LA VALLE DEL SOLE

I

l vino rosso del Piceno, zona la cui bellezza forse non è ancora conosciuta come meriterebbe, ci è sempre parso in cerca di una propria strada, negli anni della nostra formazione. Delle diverse ipotesi stilistiche, abbiamo spesso visto perseguire la più comoda, quella di un vino genericamente ricco ma impersonale, corretto ma prevedibile, a rischio zero. Le poche eccezioni, tuttavia, erano lì a mostrare una via alternativa; ed è buffo che alla fine, ad esempio nella vocatissima zona di Offida, siano stati due vitigni bianchi in precedenza sconosciuti al grande pubblico, pecorino e passerina, a spostare il riflettore del palcoscenico puntando “l’occhio di bue” su questo territorio. E scoprendo una verità che ha la grandezza delle cose semplici: lavorare in finezza, come uno che scriva in punta di penna, porta qui ai risultati migliori. Silvano Di Niccolò, sessant’anni, è stato il fondatore di una delle realtà offidane più interessanti: battezzata La Valle del Sole, la sua azienda agricola (11 ettari), è ora seguita anche dalle due figlie, Valeria e Alessia. Metà del vigneto è a uve rosse, quasi solo montepulciano in verità, e anziché “guardare” l’entroterra, nel profilo severo dei monti Sibillini, è orientato verso il mare, su terreni più sciolti e sabbiosi. Qui, il vino tende alla rarefazione degli aromi, a non chiudersi in un profilo “titanico”, per usare un termine che c’è ancora chi considera positivo. Il Rosso Piceno Superiore nasce da fermentazione spontanea in cemento, dove resta un anno, prima di maturare per un altro in botti di rovere austriaco da 24 ettolitri.

Lavorare in finezza, come uno che scriva in punta di penna, porta qui ai risultati migliori

L’esito è da applausi: un vino mediterraneo nell’anima (note di prugna fresca e oliva nera), ma quasi montano nelle movenze, lente e meditate, diremmo “coreutiche” se sapessimo cosa significa. Sembra volerci ricordare che non è il volume al quale è suonata una musica a renderla indelebile nel ricordo.