ROSSO ALÉ
LA VILLANA

Q

uando a settembre 2016 Joy Kull ha realizzato la prima vendemmia nella nuova cantina di Gradoli, il film degli ultimi tre anni della sua vita deve esserle passato davanti agli occhi, lasciandole stampato in faccia lo stesso sorriso con cui ci è venuta incontro il giorno della nostra visita. Proprio un bel film a lieto fine, nella migliore tradizione americana dell’happy end. Ma andiamo con ordine. La storia prende le mosse in Connecticut, dove Joy comincia a dare del tu al vino nell’enoteca di famiglia. Trasloca presto a New York e trova lavoro nella vendita di vino online, ma si fa subito strada la consapevolezza che per capire davvero il vino bisogna sporcarsi le mani. Così decide di trasferirsi per un po’ in Europa, fare esperienza diretta del lavoro in vigna e in cantina, imparare qualcosa di vitale e poi rientrare negli Stati Uniti. Vola su Roma e finisce a Gradoli, un posto che le appare subito magnifico, anche se fino a poche ore prima ne ignorava del tutto l’esistenza. Stregata dall’energia del lago, si arruola come stagista nell’azienda Le Coste di Gianmarco Antonuzi. Il lavoro in vigna la entusiasma, impara rapidamente l’italiano e allaccia un rapporto speciale con alcuni vignaioli anziani della zona.

Quando il sogno di un vino tutto suo sta per realizzarsi, arriva Simone con le sue pecore. Lui fa il formaggio, lei il vino: è un matrimonio d’amore

È una ragazza sensibile, positiva, sorridente e si lascia voler bene: in pochi mesi stringe accordi per l’affitto di qualche filare di vigne vecchie sparse nella campagna: aleatico, canaiolo, ciliegiolo, ma anche procanico, malvasia, trebbiano. Il progetto di mettere in pista una piccola realtà produttiva comincia a prendere forma e l’aiuto economico di un’amica le permette di comprare un po’ di terreno e far decollare la sua cantina. Quando il sogno di un vino tutto suo sta per realizzarsi, arriva Simone con le sue pecore. Lui fa il formaggio, lei il vino: è un matrimonio d’amore. E infatti decidono di sposarsi, poche settimane prima della vendemmia inaugurale. Le pecore di Simone abitano ora anche i disegni delle prime etichette, tra le quali ci ha colpito la felice spensieratezza di un Aleatico, joyosamente chiamato Alé: le vecchie vigne su terre vulcaniche lavorate in biodinamica propiziano finezza e mineralità, ma Joy lo vuole un rosso divertente, leggero e profumato di fiori, da bere subito senza tante storie. Se lo dice lei...