l vino fa resistenza su più fronti. Da un lato c’è la resistenza allo sfruttamento della terra, che vuole i viticoltori schierati spesso in prima linea nelle battaglie per un’agricoltura più sostenibile. Poi c’è una forma di resistenza all’omologazione dei sapori, che contrasta la concezione del vino come una bevanda industriale, confezionata con invadenti tecniche di cantina secondo logiche puramente commerciali; e rivendica per contro un’idea di vino artigianale e territoriale, legato cioè essenzialmente al luogo e alla vendemmia che lo hanno originato. Esiste però anche un’altra forma di resistenza, forse meno rigorosa dal punto di vista programmatico ma talvolta più fantasiosa nelle sue manifestazioni, ispirate a una vitalità libertaria insofferente alla rigidezza dei disciplinari. Da questa resistenza nascono etichette un po’ anarcoidi, che si ribellano ora all’invadenza della burocrazia e all’accanimento quasi persecutorio dei registri da compilare, ora all’arroganza delle commissioni d’assaggio che presidiano molte camere di commercio, e negano sempre più spesso l’idoneità della Doc a vini che invece rispettano con ammirevole lealtà il proprio radicamento territoriale. Quando poi la vena libertaria perde per strada un po’ di carica antagonistica e la sua trasgressione si fa più scanzonata e inoffensiva, ecco che possono nascere bottiglie come Ciusa Guasta.
O meglio: bottiglioni, essendo questa etichetta prodotta solo in magnum, nel garage sotto casa di Pierpaolo Messina. Siamo a Palazzolo Acreide, in località Porticaletto, contrada Guasta: la ciusa (che in dialetto ibleo sta per clos) recinta un piccolo vigneto a quota 650 metri, esposto a nord-est e piantato ad alberello nel 2010, nel giardino di casa. Le uve di cabernet franc sono coltivate in biodinamica seguendo il calendario lunare, vinificate ad acino intero previa diraspatura, pressate sofficemente nei mastelli e quindi affinate per circa tre anni in vasi di ceramica. Se ne ricava un vino gioioso e beverino, concepito in un formato che impone una convivialità più allargata: Pierpaolo ha deciso che non andrà in commercio, almeno non per ora.
Quando poi la vena libertaria perde per strada un po’ di carica antagonistica e la sua trasgressione si fa più scanzonata e inoffensiva, ecco che possono nascere bottiglie come Ciusa Guasta
E si prende la libertà di farne dono alle persone che lo vanno a trovare, ai clienti che gli stanno simpatici, agli amici con cui innaffiare una grigliata. Ci piace pensare che tra questi fortunati ci sia anche qualche lettore di questo libro. In fondo, c’è sempre un ospite da accogliere e un’amicizia da coltivare, e si può fare resistenza anche con il sorriso.