Un vitigno a bacca bianca, il blaterle, un tempo piuttosto diffuso in Valle Isarco e in Val Venosta, ma oggi pressoché estinto
A questa deriva depauperante non si sottrae neanche l’uva, decimata in pochi decenni nel suo straordinario repertorio di varietà locali, in larga
parte ormai abbandonate e disperse. È il caso di un vitigno a bacca bianca, il blaterle, un tempo piuttosto diffuso in Valle Isarco e in Val
Venosta, ma oggi pressoché estinto. Tra i pochi vignaioli che continuano a crederci, accanto al bravo Heinrich Mayr di Nusserhof, ci piace segnalare
il lavoro di Matthias Messner, già conferitore della cantina sociale della Valle Isarco, che dal 2011 si è messo in proprio. Oltre a gestire un
piccolo agriturismo con annessa trattoria, Matthias è membro dell’associazione di contadini biologici Bioland, e va giustamente orgoglioso del suo
BLATTERLE (qui le “t” diventano due): un bianco affilato e teso come pochi, senza nessuna velleità di complessità né di completezza, ma portatore
sano di personalità. Se oggi come ieri la varietà è una componente intrinseca della bellezza, a vini così schietti e originali non vorremmo
rinunciare mai.