PRIMO
MEIGAMMA 

A noi garba in modo particolare Italo Calvino, e non soltanto per le ultime quattro lettere del cognome. Per la lucidità critica, per l’economia dei mezzi espressivi, per la trasparenza apollinea della scrittura. Per la densità leggera – se si preferisce per la leggerezza densa – della sua pagina. In un libro che esalta le virtù dei vini leggeri non può quindi mancare una citazione alla sublime lezione calviniana sulla leggerezza. Parlando di Guido Cavalcanti, che definisce «poeta della leggerezza», Calvino annota che nei suoi testi «si tratta sempre di qualcosa che è contraddistinto da tre caratteristiche: 

1. è leggerissimo;

2. è in movimento;

3. è un vettore d’informazione».

Non crediamo di forzare il senso di questa lettura rintracciando un’evidente analogia con i vini descritti nel nostro piccolo repertorio: che sono leggeri, mobili e – come tutti i buoni vini in generale – vettori di significato. Così ci è apparso il Primo – nei fatti un Muristellu – dell’azienda Meigamma (che in sardo pare stia per “riposino”) di Barbara e Giuseppe Pusceddu. Leggero è leggero, anche se non come una piuma. Al naso caratteriale, scontroso sulle prime, va lasciato in pace senza rompergli le scatole per qualche minuto. Offre poi un sapore sottile e tenace, infiltrante, che gioca sulla forza tracciante più che sulla larghezza.

Nasce da una piccola vigna condotta in regime biologico a Villasimius, nell’estremo sud-est dell’isola, e dalla collaborazione di una rete di piccoli vignaioli locali

Nasce da una piccola vigna condotta in regime biologico a Villasimius, nell’estremo sud-est dell’isola, e dalla collaborazione di una rete di piccoli vignaioli locali. Vinificato in grande – e voluta – economia di mezzi, con lieviti autoctoni, senza solfiti aggiunti, è un vino autentico, non forzato nell’estrazione, che appare in grado di reggere anche diversi anni di vita in bottiglia. Consigliato a tutte le latitudini e a tutte le ore (escludendo forse la fascia 4-6 del mattino).