FRIULI AQUILEIA FRIULANO
PUNTIN

In uno dei più affascinanti libri di critica d’arte degli ultimi anni (Terre senz’ombra, Adelphi 2015) Anna Ottani Cavina offre un interessante spunto di riflessione. «Pittori che dipingano nella campagna – scrive – non se ne incontrano più, fermi a studiare un cielo di nuvole, gli specchi d’acqua nelle pianure, verdi su verdi di prati e colline. Interrogarsi sulla natura, sulla sua apparente e transitoria bellezza, è attività che non si pratica più, nei termini almeno di quella sfida a decifrare e descrivere che portava a dipingere dal vero». Ci sono paesaggi così inconsueti e astratti da indurre peraltro in chiunque la voglia di “fermarli”; se non montando la tela sul cavalletto, almeno in foto. Uno di questi scenari è quello ai lati della strada che collega Aquileia a Grado, costeggiando fondi e vigneti, e nell’ultimo tratto una vasta laguna in cui il diaframma che separa l’acqua dal cielo è una striscia sottile e lontana di chiome di alberi. Tutto appare statico, silenzioso; le rovine della Aquileia romana e la silhouette monocroma del Santuario di Barbana non fanno che acuire il senso di metafisica immobilità di questi «luoghi dell’altrove». Non si direbbe che qui si faccia vino da venti secoli, eppure è così: i romani avevano introdotto nella zona una coltivazione della vite che può definirsi semi-intensiva. L’area è interessata dalla denominazione “Friuli Aquileia”, tra le meno note della regione, ma una delle più intriganti; è un patchwork geologico di marne, ghiaie, argille e sabbie, in cui terreni differenti si incrociano sovente entro un medesimo podere.
Tutto appare statico, silenzioso; le rovine della Aquileia romana e la silhouette monocroma del Santuario di Barbana non fanno che acuire il senso di metafisica immobilità di questi ‘luoghi dell’altrove’

I vini vi trovano una vitalità insospettabile, e riservano sorprese. Dario Puntin, 52 anni, è ad esempio uno dei vignaioli più talentuosi della zona; vi realizza dall’anno 2000 diversi vini, dei quali il nostro preferito è il Friulano. È un panorama del luogo in formato 0,75: uno splendido, economicissimo en plein air tra campagna e laguna, profumato di erbe, nespola asprigna e fiori di campo, e con una bocca estesa, vasta, abbagliata di sale; del contesto ambientale esprime la luce, la durezza, l’astratta essenzialità. Più che in enoteca, andrebbe esposto in galleria.