Veramente avremmo voluto caldeggiare l’acquisto della sorella di quest’Albana saporitissima, la ancor più reattiva, grintosa e profonda Albana Persefone, vinificata in anfora. Ma lo striminzitissimo numero di bottiglie prodotte, circa 600, ci suggerisce di evitare gli smoccolamenti dei lettori frustrati dalla ricerca; tanto più che, appena uscita la nuova annata, è già andata esaurita (560 bottiglie finite a parenti e amici del produttore, 40 bottiglie per il resto del mercato).
Paolo Babini, enologo di lunga esperienza, figlio dell’annata di ferro – per gli esseri umani, non per i vini – 1960, ha un vero talento nel vinificare bianchi. Il suo luminoso Riesling 16 Anime, pur condizionato dalla scelta di un nome impresentabile, riscuote da anni un meritato successo presso i conoscitori di cose enoiche. Le vigne sono giustappunto nei boschi: si trovano sui rilievi appenninici del comune di Brisighella, in Romagna, a quote altimetriche che toccano e superano i 400 metri sul livello del mare. I terreni, ricchi di arenarie e poveri viceversa di poderose argille, si sentono giustamente in diritto di dare vini scattanti, a volte nervosi in gioventù, quasi sempre al riparo dal rischio di risultare alcolici e immobili al palato. L’albana Monterè delle ultime edizioni (da cercare specificamente la 2015) va trovando una sempre più felice focalizzazione e integrazione dei suoi mattoni costitutivi: intensamente colorata senza essere dimostrativamente macerata, limpidamente profumata senza eccessi floreali o fruttati, mossa e contrastata senza alcuna durezza acida o tannica. «Sono per un’espressione naturale dell’uva, ma senza sconfinare in un’anarchia esecutiva», dichiara con saggezza Paolo. Ed è vero. Qui i vini hanno sia libertà di espressione, sia precisione nei dettagli.I terreni, ricchi di arenarie e poveri viceversa di poderose argille, si sentono giustamente in diritto di dare vini scattanti, a volte nervosi in gioventù
I cultori dell’Albana tradizionale (qualunque cosa questo voglia significare) non ritroveranno forse quel coté corposo, quei profumi e sapori peculiari, pieni, tenuemente amarognoli, che marcano i bianchi da suoli più caldi e argillosi. Ma i bevitori compulsivi troveranno un alleato prezioso della tavola.