VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO
PODERE LE VOLUTE

Passata la boa dei suoi primi cinquant’anni dal varo della Doc, la prima promulgata in Italia, la Vernaccia di San Gimignano è partita benissimo per il suo secondo mezzo secolo. La vendemmia 2016 ha distribuito con una certa prodigalità proprio gli elementi che, quando presenti tutti insieme, la fanno grande: prima tra tutti l’acidità, che rinfresca ed esalta le sue note di frutta e agrumi; e, a seguire, una struttura elegante e un grado alcolico sotto controllo.

Un’annata ideale anche per fornire materiale di lavoro a libri come questo, che ambiscono a dare qualche amichevole consiglio per bere bene e – soprattutto – volentieri. Qui al Podere Le Volute abbiamo trovato un bell’esempio: freschi profumi di scorza di limone, mandorla, salsedine e lantana tracciano nella sua Vernaccia del citato millesimo un disegno di definizione perfetta. È inoltre un’ipotesi “stilistica” che ci sentiamo di incoraggiare; con i cambiamenti climatici in atto dalle nostre parti, infatti, il rischio che corrono tutti i bianchi classici del centro Italia (dall’Orvieto al Frascati, dal Trebbiano d’Abruzzo alla Vernaccia di San Gimignano, e via dicendo) è quello dello “sfrangiamento” aromatico, come in un immagine che si intuisce affascinante, ma che non è a fuoco. Una stretta di mano, dunque, e molti complimenti alla cantina firmataria di questo bianco composto, affilato e preciso. Oltretutto, l’azienda, abbiamo saputo, è ancora nella sua fase di decollo, come produttrice di vino: il Podere Le Volute, che trae nome dai fossili spiraliformi della zona, è infatti solo al sesto imbottigliamento in proprio, dopo quindici anni di vendita del raccolto.

Il Podere Le Volute, che trae nome dai fossili spiraliformi della zona, è solo al sesto imbottigliamento in proprio, dopo quindici anni di vendita
del raccolto

Claudia Galgani e Maurizio Cencetti lavorano secondo protocollo biologico certificato sei ettari di vigneto (più tre di oliveto e uno di bosco) nella zona di Racciano, una delle più vocate del territorio. Oltre alla Vernaccia, su questi terreni sabbiosi si è trovato benone anche il sangiovese, qui trasformato in un Chianti tout court d’impianto semplice, ma a suo modo ammaliante.