VERDICCHIO METODO CLASSICO DOSAGE ZERO
PERUZZI

Un’azienda familiare della Marca Anconitana che non produca altro che spumanti a metodo classico? Esiste: ed è di autentico valore. La conduce Liana Peruzzi, a continuare una tradizione di famiglia iniziata una trentina d’anni fa. Per operare una scelta del genere, ovviamente, non occorre solo una smodata passione per la tipologia, ma anche prerogative ambientali: tentare il metodo classico a Kuwait City si può, cavarne qualcosa di potabile è altro paio di maniche. Serve, soprattutto, l’uva giusta nel posto giusto: grappoli che riescano ad approdare alla data di vendemmia avendo accumulato risorse di freschezza e potenzialità aromatiche. Il verdicchio è perfetto; occorre solo evitare l’eccesso di suggestioni amaricanti, che per via della sapidità debordante che il vitigno esprime rischiano di essere persino esaltate dalla spumantizzazione. Provando questo vino, ogni dubbio è fugato, su tutto: talento aziendale, attitudine del vitigno, vocazione di territorio. I vigneti migliori del comune di Monte Roberto, dove ha sede la cantina, si trovano in un luogo ottimale: sono alla congiunzione di tre terroir d’eccezione per il verdicchio, e cioè i comuni di Maiolati Spontini, Cupramontana e San Paolo di Jesi. Il luogo è ventilato, alto, a forte matrice calcarea; la vendemmia viene leggermente anticipata; lo spumante ottenuto da uve certificate bio non viene aggiunto di zuccheri (“dosato”, come si dice), ma lasciato praticamente secco com’è, con meno di un grammo per litro di residuo. La presa di spuma dura qualcosa come tre anni e mezzo. L’esito è sottile, eppure tutt’altro che esile o inespressivo: raffinato nel profumo e nella grana delle bollicine, fa filtrare rimandi di verbena, pasta di pane, frumento e pesca bianca appena acerba, e si distende con energia al sorso, concluso da una virgola ammandorlata.

I vigneti migliori del comune di Monte Roberto si trovano in un luogo ottimale: alla congiunzione di tre terroir d’eccezione per il verdicchio, e cioè i comuni di Maiolati Spontini, Cupramontana e San Paolo di Jesi

Davvero un prodotto sorprendente, capace oltretutto di destreggiarsi sulla cucina patrizia come su quella plebea, potendo sposare con eguale successo il “merlano in cocotte” del compianto Alain Senderens come le olive all’ascolana di Migliori in Piazza Arringo a Ascoli. E ovviamente, molto di quello che ci passa nel mezzo.