CARTABIANCA
COLACICCHI

Luigi Colacicchi, fondatore dell’azienda, era un illustre musicista. «Compositore, direttore di coro, etnomusicologo», come recita la pagina di Wikipedia a lui dedicata, ebbe anche il merito – altissimo ai nostri occhi – di scrivere la cosiddetta colonna sonora per un film di Totò, Animali Pazzi. Aveva un carattere a noi sconosciuto, e che quindi non possiamo tratteggiare. Un dettaglio della sua biografia pare però ricondurre idealmente al tema del nostro libro: insofferente verso il freddo, risiedeva ad Anagni fino all’autunno, per poi trasferirsi a Madeira. Viveva dunque in una perenne estate; ed è verosimile immaginare che i robusti rossi che tanto scaldano le notti invernali non fossero in cima alle sue preferenze. «Musicista finissimo, i suoi vini non possono essere che di grande classe»: così lo omaggia Mario Soldati nel suo pluricitato Vino al Vino. Presa successivamente in mano da Marco Trimani, figura illustre del mondo del vino romano, la tenuta ha continuato a produrre validi rossi e qualche bottiglia di bianco di minori pretese. I figli di Trimani, Carla, Paolo e Francesco, oltre a gestire nel segno della continuità l’enoteca di famiglia – forse la più nota della Capitale – hanno deciso negli ultimi anni di dare ulteriore impulso alla produzione vitivinicola di Colacicchi. Il nuovo bianco del quale scriviamo oggi arriva sul mercato con la vendemmia 2015 e si presenta subito come perfetto esempio di vino “da strabere”: di colore giallo non timido, nitido nello spettro aromatico (ancora in via di formazione, ma netto e profilato), scorrevolissimo al palato, rinfrescante, con tenue coda salina conclusiva.

Viveva dunque in una perenne estate; ed è verosimile immaginare che i robusti rossi che tanto scaldano le notti invernali non fossero in cima alle sue preferenze

Da una vigna quarantenne di circa un ettaro a sud di Anagni si ottiene per la metà da malvasia puntinata e per l’altra metà da altre uve bianche locali. La bassa gradazione alcolica – 12 gradi – ne garantisce una metabolizzazione priva di conseguenze sintomatiche nelle 10-12 ore successive al consumo. Purché si riesca a trattenersi senza arrivare a scolarsene troppi bicchieri, beninteso.