LACRYMA CHRISTI DEL VESUVIO BIANCO
CANTINE MATRONE

<<Le falde del monte sono coltivate fino a metà dell’altezza, specialmente a vigneti. I vini ottenuti sono buoni, benché abbiano un leggero gusto di terreno, ma quelli situati sul versante meridionale, alle falde stesse del cratere, dànno un vino esente da qualsiasi difetto. Da questi vigneti si ottiene il Lacrima Christi bianco, che è il tipo più ricercato, molto secco, dotato di un fine bouquet, squisitissimo da pesce, che può sostituire senza sfigurare il famoso Johannisberg del Reno». La descrizione di Arnaldo Strucchi, anno 1908 (I migliori vini d’Italia, Hoepli), inquadra con precisione la situazione a inizio Novecento di uno dei terroir potenzialmente migliori d’Europa, il versante sud del Vesuvio. Sono passati centodieci anni da quella gloria, e parliamo, purtroppo, di “potenzialità”; il mare di vigneti è andato in buona parte perduto, e restano poche cantine a produrre come si deve il vino che sfidava il Riesling dello Schloss Johannisberg.

Come notiamo anche altrove in questo stesso volume, qualcosa “si muove”; è da poco nata ad esempio una cantina, la quale – viste le premesse – non è affatto scaturita già armata come Atena dalla testa di Zeus, ma che al contrario ha radici profonde. I suoi due ettari di vigne, da sempre riportati sulle carte catastali come “territorio dei Matroni”, sono a Boscotrecase, località con vista panoramica verso il Golfo, e salgono dalla quota a livello del mare fino ai 200 metri circa.

Il mare di vigneti è andato in buona parte perduto, e restano poche cantine a produrre come si deve

Andrea Matrone, 33 anni, si è laureato in Enologia a Firenze e ha fatto esperienze nel Vecchio e nel Nuovo Mondo; tornato a casa nel 2014, ha preso in mano i vigneti di famiglia e avviato la cantina, che produce per ora solo i Lacryma Christi Rosso e Bianco, rispettivamente da piedirosso e caprettone accompagnati da un modesto saldo di uve locali. Gli inizi sono promettenti: il bianco in particolare, su una parte delle cui uve si opera breve macerazione sulle bucce, ha una misura ammirevole e un riflesso ambientale nelle infiltranti tracce floreali e minerali del profumo e del gusto.