COLLI TORTONESI CORTESE
OLTRETORRENTE

Oltretorrente è un nome stupendo: sa di campagna profonda e di sfide da lanciare. Due accezioni che troviamo accomunino il progetto vinicolo così chiamato, uno dei più interessanti del Piemonte sud-orientale. Si tratta di un distretto da sempre votato ai bianchi: Gavi e Timorasso, per fare due nomi che amiamo entrambi. Ci sono giorni in cui cerchiamo il garbo e la classe del primo, altri in cui desideriamo la verve minerale e la maestosità del secondo. Ma torniamo a bomba: Chiara Penati e Michele Conoscente sono compagni nella vita ed entrambi agronomi laureati, e sono partiti praticamente da zero, sebbene con determinazione, nello sviluppare un’intrapresa che desse senso agli studi compiuti.

Viticoltura sostenibile, fermentazioni spontanee, e sempre massima attenzione alla pulizia formale e all’adesione dei vini ai terroir di origine

All’inizio, c’erano un ettaro e mezzo di vigneto, una piccola cantina per vinificare nel centro storico – «facevamo i pendolari al contrario» racconta Chiara – e l’attrezzatura di base. Il parco vigne è stato ampliato, con acquisizioni e affitti, ma l’idea di partenza è rimasta quella, lineare e coerente: viticoltura sostenibile, fermentazioni spontanee, e sempre massima attenzione alla pulizia formale e all’adesione dei vini ai terroir di origine.

Abbiamo oggi tre ottime notizie: le cinquemila bottiglie del primo anno sono quasi quadruplicate; la famigliola è passata da due a quattro membri, con la nascita di Caterina (2011) e Carlotta (2012); la qualità dei vini ha preso il volo. Le due Barbera e il Timorasso sono precisi e di notevole ampiezza. Invece il Cortese (2014) ci ha lasciati in stato stuporoso sin dal primo assaggio: è un vino che porge un bagaglio aromatico ricco con assoluta disinvoltura e senza sacrificare nulla in termini di tonicità, spontaneità e freschezza di beva. Affina in acciaio restando circa otto mesi a contatto con i propri lieviti, e non passa attraverso la fermentazione malolattica. Tecnicismi a parte, è un gran bianco, che può accompagnare le preparazioni semplici della gastronomia vernacolare ma all’occorrenza anche tenere a bada le più strampalate invenzioni di cucina creativa di taluni invasati.