LESSONA
LA PREVOSTURA

Ma anche un robusto Bordeaux può essere fine. A Château Angélus, nel celebre Saint-Émilion (ora anche modaiolo, da quando una sua bottiglia, dall’inconfondibile etichetta con una grande campana centrale, è apparsa in un film di James Bond), Hubert de Boüard ci tiene a puntualizzare: «La finezza non è poter vedere attraverso un vino come attraverso il vetro di una finestra». Cos’è, allora la finezza? È quando un vino, che sia leggero o di una certa stazza, si muove con la grazia di un danzatore. Quando vince la forza di gravità, quando rimane in volo librato: quando sfiora, più che toccare. Se questi confini – labilissimi certo – sono sufficientemente delineati, allora ci sono pochi vini del Nord Piemonte, del Piemonte, dell’Italia e del Pianeta Terra in generale che possono dirsi più “fini” del Lessona. Il substrato geologico gioca un ruolo ovviamente decisivo. A differenza di altre sottozone limitrofe, le vigne di Lessona insistono su suoli più sciolti, sabbie plioceniche di remotissima origine marina, e pongono una sfida unica al viticoltore, dato il loro pH bassissimo (in media, 4,4, mentre in Langa si sta su 7,8) che frena significativamente lo sviluppo vegetativo. Nonostante ciò, fino a un secolo fa qui tutte le colline erano ricoperte di vigne (ben 400 ettari nel 1907). Il Lessona ha dunque le potenzialità per competere in finezza con qualsiasi vino mondiale.

Cos’è, allora la finezza? È quando un vino, sia leggero o di una certa stazza, si muove con la grazia di un danzatore. Quando vince la forza di gravità, quando rimane in volo librato: quando sfiora, più che toccare

Così intende interpretarlo Marco Bellini, che con il fratello Davide produce rossi sottili e infiltranti da uve nebbiolo, vespolina e croatina. Il loro Lessona, pensato prima ancora che realizzato con l’aiuto dell’enologo Cristiano Garella, ha colore di buona intensità ma nettamente trasparente, profumi inebrianti di lampone, sambuco e bergamotto, gusto ricamato nei tannini, impalpabili, fresco e puro nella corrente di acidità, intenso nel limpidissimo finale. Un raro conseguimento, e un vino ricco di sentimento, se è lecito antropomorfizzare la nostra amata sostanza.