COSTE DELLA SESIA NEBBIOLO CASTELLENGO
CENTOVIGNE

Quando si dice il tempismo. Per molti anni uno degli autori del presente libro (io non sottoscritto) ha avuto un piccolo appartamento a Oggebbio, sconosciuto paesello sulle rive del Lago Maggiore, sponda piemontese. Abitando a Roma, per raggiungere l’amena località egli (sempre io) ha dovuto intraprendere ogni estate un viaggio omerico in automobile, della durata media di nove ore. Una vera sfida antropologica. Otto ore soltanto per arrivare a Sesto Calende, estrema punta meridionale del lago; poi un’altra ora e mezza circa prima di approdare a destinazione, risalendo a ovest il suggestivo bacino lacustre. Ottimo, ne valeva ogni volta la pena. Ma non era esattamente la seconda casa a portata di mano in ogni fine settimana. Così l’appartamento venne venduto. Quando? Facile: circa tre quarti d’ora prima che venisse completata la nuova tratta autostradale dell’A26 fino a Gravellona Toce. Cioè la strada che avrebbe consentito al Nostro di abbreviare l’odissea di almeno due ore. E che gli avrebbe permesso magari – snodandosi a poca distanza dalle Coste della Sesia – di scoprire prima gli straordinari vini di questa appartata area produttiva piemontese. Sono stati quindi perduti molti anni di eccellenti bevute. Ma si può recuperare.

Pochi ettari complessivi, circa cinque, una conduzione agronomica biologica,
fermentazioni spontanee

Cominciando da un Coste della Sesia Nebbiolo Castellengo dell’azienda Centovigne: floreale, agile, pieno di succo, dalla maglia tannica particolarmente fitta ma fine e dal tocco delicato. Il nucleo produttivo è ricco di storia e il dépliant aziendale si premura di snocciolare radicati riferimenti storici (1682, 1748, 1888), ma l’attività moderna comincia alla fine degli anni Novanta. Pochi ettari complessivi, circa cinque, una conduzione agronomica biologica, fermentazioni spontanee, e per il Nebbiolo affinamento in botti da 15 ettolitri. Una ricetta tutto sommato classica, per un risultato davvero convincente.