Siete appassionati di trekking? Amate la sfida che vi pone la natura selvaggia, quando in una fitta boscaglia o all’incrocio di carraie e sentieri scoscesi rischiate a ogni passo di perdere il senso dell’orientamento? Allora siete tra i pochi che troveranno divertente cercare di raggiungere la cantina di Les Granges. Un’azienda talmente nascosta tra le alture di Nus che va cercata con l’ausilio di guide alpine, portatori, rabdomanti. Una volta arrivati, però, potrete provare alcuni dei rossi più gustosi dell’intera Valle d’Aosta. L’intera linea produttiva è degna di nota. Noi abbiamo una predilezione particolare per il Cornalin di Liana Grange e Gualtiero Crea, speziatissimo rosso ottenuto da una delle varietà più antiche di tutta la vallata. Alla metà dell’Ottocento il cornalin era piuttosto saldo tra i vitigni più ampiamente coltivati nella regione, più o meno sullo stesso piano del fumin. Lo schiacciasassi della fillossera ne ha poi ridotto drasticamente le fila, al punto di fargli rischiare l’estinzione (scavallando in Svizzera, nel Valais, una quarantina d’anni fa ne erano sopravvissuti appena... cinque sparuti ettari in tutto).
Qui a Les Granges l’uva cornalin dà un rosso di intensa colorazione, tra il rubino cupo e il melanzana, sontuosamente profumato (pepe appena macinato, mirtilli schiacciati, grafite, cacao amaro, e chi più ne ha più ne metta), capace di riempire il cavo orale con ampiezza, ma mai con pesantezza. Agile nonostante la ricchezza estrattiva, rinfrescante nel finale, lascia lampeggiare in chiusura quell’intensa nota pepata che ne costituisce il tratto distintivo. Non sarà facilissimo trovarne una bottiglia, il che vale peraltro per una bella fetta dell’esigua produzione valdostana. Ma ne vale ampiamente la pena.
Un’azienda talmente nascosta tra le alture di Nus che va cercata con l’ausilio di guide alpine, portatori, rabdomanti