ALTA LANGA BRUT METODO CLASSICO
PAOLO AVEZZA

Una storia semplice, molto italiana, non solo piemontese: quella di un contadino, Talein Avezza (cioè Natale), che a metà degli anni Cinquanta, in coincidenza con l’ormai prossima fine della sua attività di mezzadro, trova il coraggio di acquistare una cascina tutta sua, a Canelli. Talein ha all’epoca cinque figli; il più piccolo, Aldo, lo aiuta con energia nello sviluppo della cascina e nei lavori di campagna. Il figlio di Aldo, Paolo, è a sua volta “co-pilota” della cantina dal 1987, cioè da quando aveva ventidue anni, e troverete lui ad accogliervi in cantina. Paolo ha ampliato nel corso degli anni la superficie vitata dell’azienda, portandola a sette ettari grazie all’acquisto di ulteriori vigneti a Nizza Monferrato. Il nostro sta sperimentando anche altre strade, come la maturazione in anfora di una partita di barbera, ed è ora affiancato dalla figlia Roberta, fresca diplomata all’enologica di Alba.

Abbiamo assaggiato, come era lecito attendersi, impeccabili Barbera classiche da Nizza, profumati (e potenzialmente longevi, checché se ne dica) Moscato d’Asti da Canelli, apprezzandone una purezza che è quasi candore e al contempo l’intensità espressiva, senza stupircene più di tanto, vista la fama dei due vitigni nei due comuni. Eppure, tornando a casa, abbiamo dovuto ammettere che il ricordo più nitido ce l’aveva lasciato il suo vino più estemporaneo, uno spumante Alta Langa Metodo Classico millesimato, ottenuto da maggioranza di pinot nero e saldo di chardonnay. La vigna è a Canelli, a circa trecento metri di altitudine, sul bricco di una collina di marne calcaree là dove l’occhio, per buona parte, traguarda il pieno nord: una posizione che garantisce vitalità acida, grado alcolico contenuto, interessante dotazione aromatica. Abbiamo trovato il millesimato 2012 molto composto ed elegante, con una effervescenza fine, toni di frutta meno “esotici” che in alcune delle annate precedenti, una certa ricercatezza floreale e una suggestiva sfumatura marina. Uno spumante giocato insomma su valori come l’equilibrio, la consistenza e la sobrietà, piuttosto comuni nei vignaioli di queste terre qui.


La vigna è a Canelli, a circa trecento metri di altitudine, sul bricco di una collina di marne calcaree là dove l’occhio, per buona parte, traguarda il pieno nord