MARC’AURELIO
CROCIZIA

Il Lambrusco è croce e delizia del bevitore: se è buono, è un piacere semplice e celestiale; se è cattivo, è una pozione esiziale, acidula e dolciastra. Dalla constatazione di questa evidenza nasce l’azienda Crocizia, che nel suo nome riassume la duplice natura della tipologia. Non prendeteci sul serio, eh, questa non è storia vera ma soltanto una nostra ricostruzione di fantasia. Crocizia è una piccola ma agguerrita azienda che opera in regime rigorosamente biologico nelle campagne parmensi. I terreni sono calcarei, con affioramenti marnosi (o marnosi con affioramenti calcarei, ora non ci sovviene esattamente). La tenuta rigurgita di vita: boschi, frutteti, prati, apiari. I vini seguono uno spartano protocollo – se si preferisce un termine meno notarile, un “procedimento” – naturale. Niente sostanze di sintesi, niente lieviti selezionati, nessuna manipolazione fisico-chimica, niente enzimi, nessuna filtrazione eccetera. Ne derivano vini freschi e decisi, grintosi nella sapida componente minerale.

Il Marc’Aurelio nasce da uve lambrusco Maestri, una varietà che dà vini intensamente colorati, scuri, tannici (per la tipologia). Infatti lo si stappa e tutto – le pareti del bicchiere, le labbra, la lingua, la camicia e le pareti della stanza, se non si sta attenti nella rotazione per aerarlo – prende una tinta bluastra.

La spuma è generosa, la carbonica di grana grossa, rasposa. La peculiarità più apprezzabile sta nell’assetto aromatico, nel quale le note di frutta matura (mora, ciliegia nera) vengono innervate da sentori meno dolci, tra il medicinale (aspirina) e il salino. Il che rende il sorso ricco, variegato, in piacevole alternanza tra sapidità e morbidezza. Caratteristiche simili lo rendono un compagno della tavola di impressionante versatilità.


Lo si stappa e tutto - le pareti del bicchiere, le labbra, la lingua, la camicia e le pareti della stanza, se non si sta attenti nella rotazione per aerarlo - prende una tinta bluastra