«IL Lambrusco è uno stato dell’anima»: l’avesse detto Veronelli, non sarebbe stato affatto lontano dalla verità. Più modestamente, lo affermiamo noi: che non siamo certo all’altezza rarefatta del grande Gino, ma nemmeno ci muoviamo sul livello critico enologico di Bombolo, per dire. Nei raffinati vini spumanti – siano Champagne, Crémant de Loire o de Bourgogne, Franciacorta, Trento e compagnia cantante – l’appassionato soppesa la finezza puntiforme della carbonica, la delicatezza del tocco, la complessità aromatica che deriva da una presa di spuma lentissima. I Lambrusco chiedono un diverso orientamento della mente, e soprattutto del gusto. «Non si può ascoltare Verdi con la stessa attitudine con cui si ascolta Wagner», come sostiene giustamente Riccardo Lombardi. Nel bere Lambrusco il cosiddetto secondo cervello, l’intestino, ha un peso determinante. È a livello viscerale che si ama il Lambrusco. Non certo su un piano intellettualistico.
Tra i più buoni Lambrusco assaggiati negli ultimi decenni si colloca senza dubbi lo Stiolorosso di Gabriele Ronzoni, che lavora appunto in frazione Stiolo, San Martino in Rio, in provincia di Reggio Emilia, non lontano dal confine con il modenese. Questo maturo vignaiolo lavora in regime biologico da molti anni, ma imbottiglia da meno di dieci. Lo Stiolorosso è frutto della sua sperimentazione con la rifermentazione naturale in bottiglia, da lieviti autoctoni, senza chiarifiche o filtrazioni finali. Viene da uve lambrusco di Sorbara (per metà del taglio), ancellotta (da cui il colore quasi impenetrabile) e lambrusco oliva (varietà piuttosto rara che dà struttura tannica al vino). Il vino è, beh, magnifico: di tinta mora-bluastra, “grasso” nella spuma carbonica, ha olfatto inaspettatamente austero nei primi minuti, più sul versante minerale/ridotto che su quello fruttato. In bocca ha succosità incontenibile, pienezza di frutto (ciliegia amara), “frizzantezza” armoniosa, gusto polposo e finale netto, vibrante, rinfrescante.
È a livello viscerale che si ama il Lambrusco. Non certo su un piano intellettualistico