Da non confondersi con l’omonima azienda vinicola di Capraia, che produce un ormai giustamente famoso Aleatico. Qui siamo sulle abbastanza ridenti (più raramente, serie) colline di Castelvetro, a sud di Modena. È la terra di una delle tipologie di Lambrusco migliori; e in ogni caso uno dei Lambrusco che noi troviamo più buoni in assoluto, il Grasparossa di Castelvetro. Un vino scuro alla vista, ma tutto meno che pesante, deliziosamente fruttato all’olfatto e scoppiettante al gusto. La sua versione amabile, nei casi migliori degna del massimo rispetto, ha imperversato per decenni sul mercato in interpretazioni – per usare un eufemismo – di scarsissime pretese. Le nuove leve tra i vignaioli locali si adoperano per farne risalire il livello. Mirco Gianaroli fa bene la sua parte, tranne forse nella scelta dei nomi attribuiti alle sue diverse etichette, tra le quali spiccano per impresentabilità – sia verbale che grafica – il Lacrime di Bosco e il Sogno d’Autunno.
Certo, anche il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Capriccio di Bacco non scherza. Ciò che conta è comunque la qualità del contenuto, che è assai apprezzabile. A cominciare dallo spettacolo del vino quando viene versato nei bicchieri, una cascatella invitante tra il violaceo e il bluastro, ricchissima di cremosa spuma purpurea.
Lo spettro olfattivo è classico: ciliegia nera, petalo di rosa, ribes nero, amarena. Il sapore è avvolgente, morbido nel tatto ma rilevato e fresco; il finale, piuttosto tannico, viene mitigato da una minima vena dolce (sui 10 grammi per litro di zuccheri, che tuttavia non risultano mai in primo piano né tantomeno stucchevoli). L’analogia dominante che lascia in bocca è con il ribes nero, davvero evidente e inconfondibile. Un Lambrusco delizioso, pericolosamente versatile a tavola, dove si sarebbe tentati di abbinarlo perfino a una sogliola al vapore o a una pastiera napoletana... d’accordo, non esageriamo, c’è un limite a tutto.
È la terra di una delle tipologie di Lambrusco migliori; e in ogni caso uno dei Lambrusco che noi troviamo più buoni in assoluto, il Grasparossa di Castelvetro