Talvolta accade: parti per le Indie e ti ritrovi a scoprire l’America, mangi casualmente una banana davanti a una scimmia e ti imbatti nei neuroni specchio. È la fortuna di trovare una cosa non cercata e imprevista, che poi magari si rivela essere anche una scoperta felice, proprio mentre se ne stava cercando un’altra. Pare si chiami “serendipità” e può capitare anche con i vini. A noi è successo di recente in Borgogna, durante un’escursione fuori pista nella settimana dei Grands Jours. Eravamo in cerca di una piccola cantina nelle Maranges, giovane appellation ancora poco ambita e frequentata, ai margini sud-occidentali della Côte d’Or, e siamo inciampati in un entusiasmante rosso prodotto a Montalcino, da un’azienda che in tanti anni di assaggi e sopralluoghi toscani non avevamo mai sentito neanche nominare: una rivelazione.
Va detto che il nome del vino in questione ci aveva subito incuriosito: Bevilo. Quasi a suggerire l’urgenza di un imperativo, di una necessità fisiologica, antagonista per statuto alle manfrine della degustazione con annessa sputacchiera. E infatti il vino si lasciava bere a garganella, come e quasi più dei diversi Pinot Noir che Jean-Yves Vantey, padrone di casa al Domaine des Rouges Queues, ci aveva proposto fino a quel momento, direttamente spillati dalle sue pièces.
Una volta rientrati in Italia, alla prima occasione abbiamo stanato la Casa Raia di Pierre-Jean Monnoyer e sua moglie Kalyna, francesi anche loro, insediati in un podere a lungo appartenuto alla famiglia Biondi Santi, a ridosso dei terrazzamenti che circondano il borgo di Montalcino. Il nome della località – Scarnacuoia– non è dei più invitanti, ma la giovane coppia è di tutt’altra pasta e la spontanea naturalezza del vino si ritrova anche nella loro accoglienza. Ricavato in larga parte da due ettari di vigna acquistati a Castiglione d’Orcia, su un terreno molto sassoso, Bevilo integra la freschezza acida del sangiovese d’annata con un piccolo saldo di uve bordolesi di due anni precedenti, affinate in barrique. È un vino asimmetrico, filologicamente incongruo, politicamente scorretto, tecnicamente azzardato. Ma quanto si beve bene!