MALANDRINO
LA CASA DEI CINI

La curiosità per la sua etichetta a fumetti è stata la molla che ci ha avvicinati al Malandrino dei fratelli Riccardo e Clelia Cini. Neanche due mesi prima avevamo partecipato alla presentazione di un’affascinante graphic novel, Gli ignoranti di Étienne Davodeau (Porthos Edizioni, 2015), racconto della complicità e della reciproca iniziazione tra un produttore di vino naturale che non sa niente di fumetti e di un fumettista che non conosce il mondo del vino. E a cena con l’autore avevamo provato a esaudire la sua richiesta di stappare una bottiglia la cui etichetta fosse illustrata da vignette, ma nella carta dei vini di quel ristorante non ce n’erano. Del resto il connubio tra vino e fumetti è ancora ben lungi dall’aver trovato in Italia quell’apprezzamento che ha invece in Francia, dove l’editoria del fumetto alimenta un mercato editoriale rigoglioso di festival e mostre, con tirature importanti e grossi volumi d’affari (Les Ignorants ha venduto oltre centomila copie ed è stato tradotto in più di cento lingue), case editrici che sono punti di riferimento per il graphic novel internazionale e storie che vengono riprese e adattate dal cinema e dalla televisione. E dove anche nei vini le etichette a fumetti si sprecano.

Più rare qui da noi, con felici eccezioni come le vignette di Sualzo che i fratelli Cini hanno scelto per i loro vini, compreso il Malandrino: un rosso lieve, spensierato e beverino, che inciampa in una versione 2015 pericolosamente glou glou. L’uvaggio gira intorno al ciliegiolo e proviene da viti giovani, circa mezzo ettaro su terreni sabbiosi esposti a sud-ovest. Riccardo Cini le ha piantate sul modello del classico “taglio” in vigna, già caro ai suoi nonni, per cui le uve sono raccolte e vinificate insieme, adeguandosi alla maturazione del ciliegiolo. Segue una veloce macerazione di un paio di giorni e un breve passaggio in vasche d’acciaio, per andare in bottiglia già nel gennaio successivo alla vendemmia e venire esaurito nel giro di poche settimane, vista la tiratura quasi confidenziale (e il prezzo stracciato). Stappatelo fresco, meglio se con qualche fetta di salame nei paraggi e un buon fumetto tra le mani.


Il connubio tra vino e fumetti è ancora ben lungi dall’aver trovato in Italia quell’apprezzamento che ha invece in Francia