«Dove sono finiti i deflettori che erano nelle automobili? Erano comodissimi. Si aprivano parzialmente ed entrava un soffio d’aria rinfrescante […] perché non ci sono più?». La malinconica domanda di Francesco Guccini (Nuovo Dizionario delle cose perdute, Mondadori, 2014) potremmo tranquillamente farla nostra a proposito di certi vini: dove sono finiti quei rossi leggeri, un po’ scarichi nel colore e contenuti nel tenore alcolico, ma scattanti e saporiti, che sprizzavano a ogni sorso una contagiosa bevibilità? Negli ultimi tempi, però, la sorte dei rossi dal peso leggero e dal sapore rinfrescante sembra meno segnata di quella dei deflettori. Così nel caso del Cerasuolo d’Abruzzo, vino-deflettore se ce n’è uno: a metà strada tra un rosato e un rosso, tra uno spiffero appena socchiuso e un finestrino spalancato sulla primavera.
Nel solco del consolidato prestigio di produttori storici quali Pepe e Valentini, il Cerasuolo sta vivendo un’importante stagione di rilancio, con il decisivo contributo di interpreti di notevole sensibilità e consapevolezza quali Ottaviano Pasquale (Praesidium), Stefano Papetti (De Fermo) e Giuliano Pettinella (Tauma). Sarà però ora il caso di aggregare alla compagnia anche il nome di Cristiana Galasso. Cristiana è una vignaiola “singolare”, non solo nel senso dell’originalità dello stile, ma anche perché fa tutto da sola: il suo quartier generale è una minuscola cantina nella campagna di San Valentino, ai piedi della Maiella, ma Lusignolo proviene da una vigna a Pratola Peligna. Non una vigna qualunque, attenzione: Cristiana l’ha presa in affitto dagli eredi di quel professor Santoro Colella di cui parla già Mario Soldati nell’autunno del 1975, in occasione dell’ultimo dei suoi viaggi d’assaggio poi ricompresi in Vino al vino (Mondadori, 1977). E ne ricava un rosato insieme fragile e grintoso, innervato di contrappunti più aspri e selvatici, ma in fondo delicato, sussurrato e sorridente: la versione 2015 non avrà la fascetta della denominazione ma in compenso possiede l’immediatezza non omologata dei Cerasuolo più reattivi e vitali.
Non una vigna qualunque, attenzione: Cristiana l’ha presa in affitto dagli eredi di quel professor Santoro Colella di cui parla già Mario Soldati nell’autunno del 1975