AGLIANICO TURRUMPISO
CANLIBERO

Sebbene piuttosto evocativo, il nome Canlibero non è esattamente eufonico come – per dire – Guerrieri Gonzaga o Château Léoville Las Cases. Ma a noi, cinofili sin dalla più tenera età, nei fatti piace anche di più. Il nome l’hanno scelto i titolari Ennio e Mena combinando il riferimento al patrono del luogo dove si sono sposati con un omaggio al loro cane Brando, la cui effige campeggia in etichetta.

Evocando con forza l’immagine del “cane sciolto”, cioè di un vino senza padrone e senza guinzaglio. Ma non senza radici. La passione per il vino parte infatti da lontano e riannoda un legame antico. «Mio nonno – ricorda Ennio – era originario dell’agro aversano: vinificava l’asprinio, lo conservava nella grotta scavata nel tufo sotto casa e lo vendeva sfuso. Mena, mia moglie, è nata a Torrecuso e proviene da una famiglia di viticoltori: è nei locali della cantina di suo nonno che stiamo facendo le nostre prime vinificazioni».

L’aglianico proviene da un tendone cinquantenne in località Turrumpiso, da cui il nome. La vigna è gestita in regime biologico, con l’occasionale utilizzo di alcuni preparati biodinamici. In cantina nessun protocollo: fermentazioni spontanee senza inoculo di lieviti, nessun controllo della temperatura, nessun ricorso alla solforosa, decantazioni con travasi, senza filtrazioni né chiarifiche. Al Turrumpiso 2013 vinificato in acciaio la personalità non fa difetto: di sorprendente nitidezza di tratti all’olfatto, è capace di esplorare senza pregiudizi quella linea di confine tra fragranza e rusticità del sapore che accomuna spesso gli esiti più riusciti del vino di ispirazione contadina, ma al riparo da esitazioni tecniche e nei fatti formalmente ineccepibile.


Un omaggio al loro cane Brando la cui effigie campeggia in etichetta.
Evocando con forza l’immagine del ‘cane sciolto’, cioè di un vino senza padrone e senza guinzaglio.
Ma non senza radici