SICILIA NERO D’AVOLA ANANKE
FEDERICO CURTAZ

Assurta da idea astratta al rango di divinità, nella Grecia antica ananke significa necessità, e inquadra un ambito semantico nel quale tendono a confluire anche riferimenti alla nozione di destino, di fato. Nel film del regista esordiente Claudio Romano (Ananke, 2015) è invece il nome di una capra che fa compagnia alla coppia di protagonisti, riparati in una casa isolata tra le montagne per sfuggire a una pandemia in forma di depressione virale, che sta estinguendo l’umanità. Nel vino, infine, Ananke è la prima etichetta firmata da Federico Curtaz col suo nome e cognome, un Nero d’Avola che debutta con la vendemmia 2015 e proviene da una vigna nella campagna di Noto. Due vigne, in realtà: una più vecchia, sui cinquant’anni, l’altra intorno ai venti, piantate entrambe ad alberello in contrada Bommiscuro, su quelle terre bianche e sottili, dalla luminosità abbacinante, che sono tra le più pregiate del comprensorio tra Noto e Pachino. Ma è un esordio anomalo, a esser sinceri, perché quell’uva Curtaz la conosce bene e la vinifica già da una decina d’anni, da quando era cioè decollata la sua esperienza di socio della Tenuta di Fessina, recentemente conclusa.

La sua storia siciliana invece è ancora ben lontana dall’essersi conclusa: «ho sempre sognato di fare il vino in un posto vicino a un tempio, da cui si vede il mare», confessa. E detto da un valdostano che avrebbe potuto mettere radici nelle colline più vocate del vino italiano, da Barbaresco in giù (Curtaz è stato a lungo l’agronomo di Angelo Gaja), suona ben diverso da un futile capriccio. Al contrario, richiama «la libertà di trovare il radicamento nelle cose che fai» e lascia cogliere una fedeltà a se stessi che ha i tratti dell’ostinazione. In attesa delle prossime etichette siciliane a firma Federico Curtaz (ma il bianco etneo che abbiamo assaggiato in anteprima – il Gamma – è troppo buono per passarlo sotto silenzio) ci godiamo la succosa freschezza di questo rosso profumato di gelsi e di capperi, di insidiosa scorrevolezza: se mai fossimo attaccati da qualche forma di depressione, più o meno virale, sarà bene tenerne qualche bottiglia sotto mano.


Ho sempre sognato di fare il vino in un posto vicino a un tempio, da cui si vede il mare