IL ritorno alle macerazioni sulle bucce dei bianchi percorre l’Italia del vino in lungo e in largo: dalla ribolla all’albana, dal cortese al fiano, dalla vitovska al vermentino, dal trebbiano al grillo, quasi tutte le uve a bacca bianca sono oggi al centro di vinificazioni che riannodano i fili con una consolidata tradizione contadina. Ma gli esiti sono ancora decisamente disuguali e non sempre queste esplorazioni conducono ad approdi di maggiore schiettezza e radicamento territoriale. Al contrario, sembra che a volte quel pericolo di omologazione che si voleva uscito dalla porta del vigneto rischi di rientrare dalla finestra della cantina. Nel senso che il punto di equilibrio richiede mano salda e sensibilità affinata, pena la carenza di bevibilità e un appiattimento su vini rustici, tutt’altro che complessi.
Un equilibrato esempio ci è offerto dalla cantina Rauten, cantina dalle radici antiche che deve molto alla figura di Giacomo Sommadossi: è infatti sotto la sua gestione illuminata che, nella seconda metà dell’Ottocento, la Nosiola targata Rauten varca i confini della Valle del Sarca e ottiene i primi riconoscimenti internazionali e le prime medaglie. E non solo a Trento, Verona, Trieste, ma anche a Vienna, Parigi, Amsterdam. Poi tra le due guerre il passaggio di mano: Dario Salvetta rileva l’azienda dalla famiglia Sommadossi e ne prosegue il lavoro, centrato sulla produzione della nosiola. Una nosiola tradizionale, quella di casa Salvetta, ricavata da un ettaro e mezzo di vigna su terreni di origine alluvionale e di medio impasto, ricchi di scheletro ed esposti a sud, nonché beneficiati da una continua ventilazione, grazie a un microclima che risente tanto dell’influsso del fiume Sarca quanto del Monte Casale. La vinificazione prevede la macerazione sulle bucce per una settimana, quindi un lungo affinamento in cantina, parte in botti grandi di acacia (circa nove mesi), parte in bottiglia. Se ne ricava un bianco espressivo e intenso, con un impasto aromatico di erbe di campo, fiori gialli, nocciola; la bocca è matura e cremosa, dallo sviluppo avvolgente, elastica e saporita, e rilascia una sensazione di autenticità e naturalezza.
Nella seconda metà dell’Ottocento, la Nosiola targata Rauten varca i confini della Valle del Sarca e ottiene i primi riconoscimenti internazionali