Vuol dire poco, “malvasia”, è vero. Ce ne sono di tutti i tipi: aromatiche, semiaromatiche e non aromatiche, bianche e nere, precoci e tardive, deboli e vigorose: nel registro italiano delle varietà d’uva se ne contano, salvo nostri errori, diciassette. Il nome, del resto, altro non indica che una origine geografica, la roccaforte bizantina di Monemvasìa, nel Peloponneso sudorientale. In questo ginepraio, una certezza: quella atta a dare i vini più longilinei, erbacei e salmastri è la malvasia istriana, varietà semiaromatica diffusa in un piccolo ma vocatissimo lembo di territorio tra Italia e Slovenia. Negli esiti migliori, inoltre, quest’uva regala un vino che ha un carattere speziato suo proprio, presente cioè anche nelle vinificazioni in contenitori neutri, come l’acciaio. E tra gli esiti migliori, anche se non ancora conosciuta quanto meriterebbe, va annoverata la splendida malvasia istriana della famiglia Ferlat, oggi gestita da Silvano e suo figlio Moreno.
La cantina, fondata nel 1950, è attualmente in conversione al biologico e ha sede a Cormons, una delle capitali vinicole del Friuli. Dai sette vini prodotti, tutti da monovitigno, abbiamo ricavato un’impressione lusinghiera: siamo stati sedotti dalla vitalità del Pinot grigio “ramato” e del Friulano, e abbiamo ammirato la profondità rigorosa dei rossi. Siamo stati però travolti dalla furia espressiva della Malvasia istriana battezzata Grame, ottenuta dalla vigna omonima (Grame, ovvero gramigna) nella zona dell’Isonzo, dove questa varietà non aveva mai dato, crediamo, risultati paragonabili. Il 2014 sa di pepe bianco in modo netto e apre poi a un bel bouquet di pesca bianca, fiori, salsedine, cappero; stessa varietà ma più compattezza al sorso, ricco e prestante, innervato di acidità e concluso da una specie di detonazione minerale, che allunga e qualifica il finale. L’abbinamento logico sarebbe con un petardo acceso, ma lo sconsigliamo per i possibili effetti collaterali del petardo. Nel caso, meglio spento.
Quella atta a dare i vini più longilinei, erbacei e salmastri è la malvasia istriana, varietà semiaromatica diffusa in un piccolo ma vocatissimo lembo di territorio tra Italia e Slovenia