LUGANA RISERVA
LE MORETTE

Essendo il nostro un paese di bimillenaria tradizione vinicola, ogni area produttiva ha i suoi cantori storici, che ricorrono implacabilmente nei dépliant turistici e nei siti aziendali: Mozart e il Marzemino, il Redi e la Vernaccia di San Gimignano, Orazio e il Falerno, e via andare. Per il Lugana si presenta, agguerrito, nientemeno che il tridente d’attacco Catullo, Plinio (non è chiaro se il Vecchio, il Giovane o il Mezza Età) e Virgilio, «che lo decantavano nei loro carmi come vino regale». Noi non sappiamo se si possa definire oggi il Lugana propriamente un vino regale. Di sicuro è un bianco in cerca di una più nitida focalizzazione stilistica, soprattutto per quanto riguarda il versante lombardo della produzione. La sponda veneta conta numerose etichette convincenti, tra le quali ci piace porre un piccolo riflettore sulla Riserva dell’azienda Le Morette.

Si tratta di una selezione particolare, tirata in poche bottiglie (2.000, per la controetichetta, che però poco più sotto recita contraddittoriamente nell’esemplare stappato: bottiglia n. 2.571).

Il nostro assaggio ci ha restituito un vino ambizioso ma compiuto, in cui il carattere minerale proprio del territorio si fonde armoniosamente con una veste di ascendenza borgognona nell’esecuzione e nell’affinamento. Una veste in cui le note tostate del rovere non prevaricano il frutto e non frenano l’arco gustativo, che ha ampiezza, polposità di tatto, equilibrio delle parti. Una veste in cui insomma il timbro boisé non è elemento esornativo, superimposto, scisso, ma componente “fusa” e armoniosa del vino. O almeno, questo ci è sembrato, dato che i produttori Valerio, Fabio e Paolo Zenato paiono un po’ reticenti nel fornire dettagli sull’affinamento («all’accurata vinificazione segue una lenta fermentazione operata da lieviti indigeni, a temperatura controllata, ‘sur lie’»; del legno non si fa menzione, forse per non usare le parole ormai fuori moda barrique o tonneaux). Allora, per restare prudenti, non parliamo di sentori boisé, ma di piacevoli toni di nocciola tostata: così andiamo sul sicuro.


Per il Lugana si presenta, agguerrito, nientemeno che il tridente d’attacco Catullo, Plinio e Virgilio, ‘che lo decantavano nei loro carmi come vino regale’