Italia, terra di poeti, santi, navigatori. Attualmente, anche di cuochi (anzi: chef), produttori di vino, critici enologici. Una rete fittissima di amateur, addetti ai lavori, pseudo conoscenti o veri conoscitori, alla quale ormai non sfugge nemmeno la pergoletta di uva che il vicino tiene nel suo cortile di casa. Eppure la sensazione è che l’Umbria rimanga tutt’oggi una regione solo in parte esplorata – da chi fa il vino, da chi lo beve e da chi lo giudica – nelle sue possibilità in potenza. Oggetto di una disinvolta e a tratti sconsiderata politica di “rinnovamento”, ha subìto tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso lo scasso di centinaia di ettari di vigne tradizionali, spesso di uve a bacca bianca, in favore della messa a dimora di vitigni internazionali, spesso a bacca nera.
Risultato? Una serie di vini rossi tutti uguali, fatti con lo stampino, con i quali si è identificata l’enologia umbra per almeno due decenni. Il lento recupero dell’eredità storica migliore sta facendo nascere realtà produttive, vivaddio, più originali e vitali. È il caso di Fontesecca, piccolo podere nelle campagne di Città della Pieve che ospita quattro ettari di vigna. Qui, su terreni un tempo fondali oceanici, ricchi di fossili, conchiglie, gusci d’ostriche, la famiglia Bolla coltiva in regime biologico le più classiche varietà locali: malvasia, grechetto, sangiovese, ciliegiolo, canaiolo. L’Elso Bianco, da parcelle che raggiungono anche i quarant’anni d’età, nasce con una parziale macerazione sulle bucce (20% del mosto) e si offre di colore luminoso, molto minerale all’olfatto («Ci risiamo con il minerale?». Certo, se le note di selce sfregata e alga marina sono un’evidenza sensoriale), nel quale si intrecciano aromi più agrumati (buccia di arancia) e floreali (mimosa). Al palato non ha nulla di forzato, di troppo tannico, è al contrario netto, gustoso, lineare e sapidissimo in chiusura. Un notevole conseguimento.
Qui, su terreni un tempo fondali oceanici, ricchi di fossili, conchiglie, gusci d’ostriche, la famiglia Bolla coltiva in regime biologico le più classiche varietà locali