

INTRODUZIONE
C'è un rapporto speciale che mi lega ai vini dolci. Mi hanno iniziato al piacere della degustazione e alla scoperta del mondo del vino. A quel tempo ero uno studente universitario, astemio: io e il vino ci ignoravamo come due perfetti estranei. Studiavo Lettere, stavo per laurearmi in Storia dell’arte e viaggiavo più che potevo per mostre e musei. In Toscana – terra inevitabile per chi voglia completare la propria formazione sull’arte italiana – contrassi un virus che non mi avrebbe più abbandonato. Fatale fu l’incontro con il Vin Santo di un privato che affittava camere. Ricordo ancora quel particolare aroma, diventato poi inconfondibile, che saliva dalla cantina, spandendosi nell’aria, e altrettanto vividamente i profumi del Vin Santo che assaggiai al mio primo Vinitaly: era un 1989 e non immaginavo che un vino sarebbe stato capace di restituire un sentore così nitido, così reale, di fichi e frutta secca né di risvegliare, come una madeleine, il mondo dei granai e delle soffitte che avevo respirato fin da bambino nella campagna della mia famiglia.