III – L’AMBRATO DEL MARE

Sentori salmastri

Lo Sciacchetrà delle Cinque Terre, il Greco di Bianco, il Marsala, il Passito di Pantelleria, il Malvasia delle Lipari, il Malvasia di Bosa, la Vernaccia di Oristano. Passiti e “non passiti” tra Liguria, Calabria, Sicilia e Sardegna differenti tra loro per vitigni, territori e stile, ma accomunati dallo stesso habitat naturale: il mare. Nascono qui alcuni dei più originali vini dolci e “dolci-non dolci” del panorama enologico italiano. Uve antiche e misteriose, luoghi ancestrali di coltivazione, vini dalla storia leggendaria, paesaggi immersi in una natura aspra, difficile, meravigliosa. In questi contesti ad alta frequentazione turistica, una viticoltura spesso eroica lotta per sopravvivere, ritagliandosi spazi di sussistenza grazie ai sacrifici e alla tenacia dell’uomo. Tra il mare che lambisce la terraferma e quello che circonda le isole nascono vini diversi dagli altri, dotati di quel tipico, irriducibile spirito salmastro che li rende così speciali, così riconoscibili. È il “sentore del mare” che aggiunge quel quid di personalità in più, è il “gusto del sale” che aumenta, accanto all’acidità, la forza del contrasto.