Verso la fine del XX secolo il consumo di vino è cambiato nettamente, sia per quanto riguarda il consumo casalingo, sia per il fuori casa. I cambiamenti nello stile di vita e nelle abitudini alimentari hanno impresso una svolta al significato di necessità primarie.
In molti casi in Italia si consumava vino, magari con modesto titolo alcolometrico, accompagnandolo a cibi sostanziosi e ricchi di calorie, per integrare l’enorme quantità di energie profuse in lavori molto pesanti. Poi il consumo del vino è nettamente diminuito e dagli oltre 100 litri pro capite degli anni ’70 si è passati ai circa 35 attuali. Anche nella ristorazione si è notata una certa diminuzione dei clienti che ordinano la bottiglia intera.
Per questo motivo hanno riscontrato e stanno sempre più riscontrando enorme successo i locali che propongono i vini al calice, serviti alla mescita per accontentare ogni tipo di clientela.