La vite è soggetta a due principali tipologie di avversità: parassitarie e non parassitarie. Le prime sono legate a forme di vita sia vegetali sia animali, mentre le seconde possono essere generate da bizzarrie del clima o da errori umani.
Tra le avversità parassitarie vi sono le micosi da funghi, come oidio, peronospora, mal dell’esca e botrite; oppure i danni da parassiti animali, chiamati fitofagi, ovvero che si nutrono delle piante, come la tignola oppure la fillossera. Altri portatori di problemi sono i virus, i fitoplami e i batteri, responsabili della flavescenza dorata, dell’accartocciamento fogliare e del legno nero, piaghe che mettono in pericolo l’operato del vignaiolo.
Tra le avversità non parassitarie vi sono quelle climatiche, come le gelate primaverili, la grandine, le piogge eccessive e i colpi di calore, oltre all’inquinamento atmosferico. A queste si aggiungono le cattive pratiche agronomiche, legate a errori umani, che possono compromettere i raccolti alterando la formazione dei germogli o delle foglie oppure provocare danni alle radici.