PREFAZIONE
DI STEVEN SPURRIER

A Daphne e Milo
che con i loro sguardi Innocenti
mi riportano ogni volta
con i piedi per terra,
la testa per aria e il cuore in pace

Conobbi Filippo Bartolotta nel 1999, quando si unì alla squadra che avrebbe curato l’apertura di Vinopolis-City of Wine in quello che sarebbe diventato il famoso Borough Market, lo storico centro del commercio vinicolo della città, in riva al Tamigi e vicino al London Bridge. La passione per il vino che lo animava, il suo desiderio e l’abilità di comunicarne le complessità e i piaceri agli aspiranti intenditori mi fecero ripensare ai miei primi tempi a Parigi, alla mia piccola enoteca e all’Académie du Vin da me fondata. Pochi anni dopo lo invitai con gioia a far parte della commissione di degustatori internazionali di Decanter World Wine Awards: se la cavò egregiamente. Da allora siamo rimasti in contatto e, nell’attesa dell’occasione giusta per visitare la sua scuola di cucina MaMa Florence o per partecipare a uno degli eventi organizzati dalle Baccanti, oggi ho l’onore di firmare questa breve prefazione per il suo libro.


La parola chiave del mondo moderno è “comunicazione”, tanto che se qualcosa non viene comunicato è pressoché inesistente. Il vino invece esiste eccome – e spero sia un elemento della nostra quotidianità –, ma non bisogna spaventarsi di fronte alla complessità dell’argomento, anche se per poter comprendere i semplici (o complessi) piaceri del succo d’uva è necessaria una spiegazione. Una volta raggiunte delle conoscenze di base, infatti, possiamo inaugurare una vita di apprezzamento senza limiti. Credo fermamente nel detto “un giorno senza vino è un giorno senza sole”, e in questo periodo sto dando gli ultimi ritocchi a oltre cinquant’anni di esperienze personali, raccolte sotto il semplice titolo Wine – A Way of Life.

In questo libro Filippo accompagna il lettore nel suo viaggio personale nel vino prima di concentrarsi sul viaggio storico compiuto dal vino stesso, dal passato più remoto verso il futuro, per poi porre la domanda fondamentale: Che cos’è il vino? Affronta il problema del rapporto conflittuale tra natura e intervento umano, e a ragione: senza l’intervento dell’uomo non avremmo tutti i terroir rinomati che esistono al giorno d’oggi. Il concetto rimanda inoltre alla mia visione personale secondo cui il vino è composto da tre P: il Posto e le Persone, che insieme creano il Prodotto.


Ritengo che il capitolo più affascinante e innovativo sia “Di che vino sei? Scopri il tuo archetipo”. Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei, recitava Brillat-Savarin già nel Settecento, ma a oggi vini e persone non erano ancora stati messi in rapporto allo stesso modo. “L’idea mi è venuta dopo tanti anni passati a insegnare ciò che sapevo sul vino e a stappare tantissime bottiglie con persone provenienti da tutto il mondo” spiega Filippo. Dato che è stato il sommelier ufficiale di Barack Obama e della sua famiglia in occasione di una cena in Toscana nella primavera del 2017, durante la quale ha abbinato l’incredibile menu di Massimo Bottura alla sua selezione personale di vini italiani, mi chiedo in quale categoria avrebbe messo il primo presidente di etnia mista degli Stati Uniti.


Il libro si conclude con il capitolo che spiega come conservare e servire il vino: può sembrare facile, ma applicare con leggerezza queste regole essenziali può tradursi in veri e propri disastri a tavola. Infine, con il capitolo “Sommelier in 10 minuti”, Filippo accompagna il lettore dietro le quinte della degustazione del vino. A suo tempo il grande Michael Broadbent mi guidò nello stesso viaggio con il libro – tanto breve quanto seminale – Wine Tasting. Il processo è spiegato in poche pagine e, una volta appreso, non si dimentica mai più.

Ho sempre detto che l’unica differenza tra bere e degustare vino risiede nel “prestare attenzione”. Prestate attenzione al libro fantastico che avete tra le mani: sarete ampiamente ripagati.