Siete pronti? È il momento di cercare il vostro archetipo, conoscere il vostro palato e scoprire i vini che più vi somigliano.
Questo modello semiserio di autoanalisi della propria personalità enologica non è altro che una proposta, una mappa orientativa per capire quello che al nostro palato piace di più. E poiché ciò che ci piace non si basa solo su fattori organolettici ma anche su aspetti psicologici e culturali, perché non utilizzarli per capire a quale archetipo apparteniamo e quali vini a esso corrispondono?
Tenete conto che il nostro palato tende a cambiare e in stadi diversi della vita ci piacciono cose diverse. Alcune esperienze (enogastronomiche o meno) fungono da spartiacque anche per i nostri gusti, e in quei momenti attiveremo archetipi diversi. Nell’arco della vita, ma anche di una stessa giornata, possiamo sentirci Angeli custodi, Amanti e Burloni. Lo stesso succede per la scelta di un vino: a seconda del momento a esso dedicato (pranzo di lavoro, festa di compleanno, cena intima…) potremmo essere catturati da vini in linea con la situazione, anche se non sono esattamente i nostri, cioè quelli più vicini all’archetipo di appartenenza. Questo modello vuole far riflettere sulla somiglianza tra vino e personalità e invitare l’appassionato a trovare la propria strada di scoperta del mondo del vino. Basta individuare il proprio archetipo di riferimento per visualizzare quali sono le dodici tipologie di vino più adatte a ciascuno. Ciascun archetipo, infatti, è associato ad almeno dodici vini. Dunque a una personalità relativamente Ribelle corrisponderanno vini che si contraddistinguono per un carattere altrettanto ribelle. In alcuni casi troverete la stessa tipologia di vini in due archetipi diversi: i Super Tuscans, per esempio, possono essere una buona scelta per un Ribelle, perché sono vini nati per ribellarsi contro la rigidità delle denominazioni d’origine, ma poiché molti sono potentissimi, a base di Cabernet Sauvignon, ben si adattano anche al profilo del Guerriero. La stessa prospettiva va applicata nella lettura dei vini. Per esempio la denominazione del Barolo come vino per il Sovrano va letta in modo molto più ampio e articolato e tanti sono i Barolo raffinatissimi per l’Amante, quelli austeri per il Saggio o quelli più rari da trovare per l’Esploratore.
Il gioco degli archetipi si potrebbe estendere anche all’interno di un vitigno o una denominazione alla ricerca, per esempio, di un Chianti Classico o un Sangiovese Saggio quando giocato sull’austerità e la definizione del frutto, Ribelle quando ne scegliamo uno naturale e Sovrano quando arricchito con del Cabernet. Ma questo potrebbe essere materia per un altro libro. E visto che stiamo parlando in senso lato di aspetti psicologici e di variabili non strettamente legate a elementi oggettivi della sommelieristica classica, mi permetto di proporvi alcune osservazioni che potrebbero aiutarvi a fare emergere con una certa dose di divertimento il vostro archetipo.