METODO CLASSICO O CHAMPENOISE
Il metodo champenoise (dizione riservata esclusivamente ai vini spumanti rifermentati in bottiglia e ottenuti nella zona dello Champagne in Francia; per
quelli elaborati in Italia si usa la dizione metodo classico o tradizionale), si utilizza per produrre gli spumanti di alto livello. La leggenda vuole
che Dom Pérignon, economo del convento di Hautvillers, sul finire del Seicento, imbottigliando del vino della regione Champagne si accorgesse che il
vino “spumeggiava”. In realtà al famoso monaco, più che la scoperta vera e propria, va riconosciuta l’invenzione della cuvée, la combinazione cioè di
vini diversi che, scelti accuratamente e miscelati, rendono unico lo Champagne. Leggende a parte, vediamo come si fa un grande spumante. Si parte da un
vino bianco già maturo, fermo, il più delle volte una cuvée appunto (miscuglio) di vini scelti molto accuratamente. Se i vini della cuvée sono tratti da
uve della stessa annata, si parla di spumante “millesimato”. Al momento dell’imbottigliamento, al vino base viene aggiunto uno sciroppo di zucchero
addizionato di lieviti (liqueur de tirage) che favorisce la rifermentazione in bottiglia: è la fase del
tirage. Le bottiglie vengono tappate con tappi a corona ed esposte orizzontalmente in apposite rastrelliere (pupitres). Qui rimangono per un periodo di 2 o 4 anni, durante il quale il vino diventa secco, perché gli zuccheri si trasformano in alcol e gas.
Raggiunto il giusto grado di secchezza, le bottiglie vengono progressivamente inclinate, finché non assumeranno una posizione verticale con il tappo
rivolto verso il basso: tutto questo perché gli scarti di fermentazione si depositino nel collo (remuage). Per eliminarli si passerà al
dégorgement
o “sboccatura”: viene fatto ghiacciare il collo della bottiglia e si toglie il tappo a corona. La pressione dell’anidride carbonica fa saltare via i
depositi che si sono accumulati a ridosso del tappo nella caratteristica “bidulle” (una piccola capsula in plastica) e fuoriesce un po’ di spuma. Le
bottiglie vanno ora ricolmate o con il
liqueur d’expédition, uno sciroppo composto da zucchero di canna, distillati e vecchi spumanti, di cui ogni azienda ha una sua ricetta esclusiva (è questa miscela che
conferisce allo spumante il suo carattere inconfondibile, che potrà così essere più o meno secco a seconda della quantità di zuccheri immessi), oppure,
più semplicemente, con lo stesso vino. Alla fine, la bottiglia viene chiusa con il caratteristico tappo di sughero trattenuto da una gabbietta di
metallo.