A TAVOLA
CON I DISTILLATI

Fondamentale per trovare un accordo sapiente tra un distillato e un cibo è lo studio dei profumi e del gusto di entrambi, ricordando la regola generale per cui un distillato aromatico dovrà essere accostato a un cibo altrettanto ricco di profumi. Se un distillato presenta aromi speziati – come un Cognac XO oppure uno Scotch Whisky single malt o anche una Grappa stravecchia – sarà opportuno abbinarlo con un cibo speziato: per esempio della cacciagione come viene cucinata nei paesi nordici, un dessert tipico altoatesino preparato con mele, cannella e chiodi di garofano, oppure il panforte e il panpepato senesi.

Un distillato lungamente invecchiato in cui siano presenti i sentori nobili del legno, dell’affumicatura e della vaniglia, come alcune tipologie di Cognac e di Armagnac, si abbinerà bene anche a un dessert a base di cioccolato con almeno il 70% di cacao.

Una più delicata acquavite di frutta e una grappa ottenuta da vinacce di uva aromatica si prestano invece all’abbinamento con un dessert a base di frutta o con uno spumoso semifreddo.

In Italia, i distillati a base di frutta sono diffusi soprattutto in Trentino-Alto Adige e in Friuli, dove si preparano partendo da frutti locali quali: mele, pere, prugne, ciliegie selvatiche, lamponi, albicocche e anche dall’uva. Molto piacevole e accattivante è creare una concordanza di sapori tra il piatto e il distillato; per esempio, consiglio di abbinare il distillato di prugne a un clafoutis preparato anch’esso con le prugne, il Calvados, specie se giovane, a una tarte tatin e il distillato di pere a un sorbetto alle pere. In questi casi i sapori si rincorrono e si esaltano ma non affaticano il palato grazie alla calda presenza dell’alcol. Seguendo l’idea della concordanza delle percezioni con i dolci a base di frutta si può proporre in abbinamento anche il Gin olandese (Sloe Gin) che è aromatizzato con prugne selvatiche, l’Orange e il Lemon Gin a cui sono state addizionate essenze di agrumi.