Un anno nel vigneto

Ogni regione ha tempi e metodi diversi e ogni azienda adotta sistemi più o meno moderni.

Prendiamo come esempio un tipo di lavorazione tradizionale di una piccola azienda a conduzione familiare.

Il lavoro in vigna e in cantina non conosce soste, tranne quando nevica o nell’ultima parte dell’estate, quando si può tirare il fiato mentre si controlla la maturazione e si aspetta il momento giusto per iniziare la vendemmia, quando gli acini saranno ricchi di zuccheri, ma ancora dotati di una certa acidità che donerà al vino freschezza e bevibilità.

In cantina, prima di vendemmiare, si fa la pulizia di vasche di fermentazione e tini.

Di solito si riempiono d’acqua i fusti nuovi perché si gonfino le doghe di legno e diventino stagni.

Prosegue il lavoro di cimatura dei rami iniziato in estate, e si spera che il sole fornisca l’energia per terminare la maturazione.

Settembre è generalmente il mese in cui inizia la vendemmia, a seconda del vitigno (solitamente i bianchi per primi), della latitudine e della quota.

La vendemmia continua. Intanto in cantina il mosto fermenta nei tini e si prepara lo spazio nelle botti per affinare per la nuova annata.

Alla fine della fermentazione alcolica si separano le vinacce, il vino che ne risulta può essere filtrato e chiarificato (spesso per questa operazione si utilizza ancora la chiara d’uovo), si può iniziare a travasare dai tini di fermentazione alle botti.