I vini rossi piemontesi Il Barbaresco DOCG Il vino delle Regine Con il e il è nel novero dei grandi rossi italiani. Prende il nome da , comune delle Langhe in provincia di Cuneo, a 270 metri sul mare, e deve la sua fortuna all’enologo , che alla fine del XIX secolo lo ha valorizzato con il suo approccio scientifico e la sua visione imprenditoriale. Barolo Brunello di Montalcino Barbaresco Domizio Cavazza Può essere coltivato nelle vigne di soli quattro comuni: , , e . Barbaresco Neive Treiso Alba Il da cui è ottenuto è il . vitigno Nebbiolo Il disciplinare di produzione prevede un periodo di invecchiamento di almeno due anni, di cui almeno uno in botti di rovere o castagno, calcolato a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo alla vendemmia. Se sottoposto a un periodo di invecchiamento di almeno quattro anni può fregiarsi della classificazione di . Riserva È un vino asciutto, elegante, con profumo prevalente di viola. Ha un rosso rubino che assume tinte aranciate con l’invecchiamento e un asciutto, pieno, robusto, austero, ma al contempo armonico e la sensazione in bocca vellutata. colore sapore È un ottimo vino da , cioè da apprezzarsi anche al fuori di un pasto. meditazione Può accompagnare ottimamente arrosti, pollame, selvaggina, ed è adatto per tutte le occasioni che richiedano un rosso di livello superiore. Barbaresco Cuneo Il Barolo DOCG Il Re dei vini e il vino dei Re Il re Carlo Alberto di Savoia aveva espresso il desiderio di assaggiare il nuovo vino prodotto dai Marchesi di Barolo. Si racconta che un giorno ben 325 botti denominate carrà, della capacità di circa 600 litri, offerte dalla marchesa Giulia di Barolo, attraversarono Torino dirette a Palazzo Reale. L’omaggio passò alla storia, e il Re rimase così entusiasta del vino della Marchesa, che decise di comprare la tenuta di Verduno per potervi avviare una propria produzione di Barolo. Il , prende il nome dai , che nel XIX secolo ne iniziarono la produzione nei loro vigneti con Barolo Marchesi di Barolo l’utilizzo di nuove tecnologie di vinificazione sviluppate dagli enologi e . Oudart Staglieno Il castello dei marchesi Falletti di Barolo Nobile e generoso dalle origini, è conosciuto in tutto il mondo per la sua austerità e la ricchezza di sapori ed aromi. È ottenuto esclusivamente dalla fermentazione di uva Nebbiolo ed è prodotto in un’area molto ristretta da uve coltivate esclusivamente sulle colline di , , , , , , , , e . Castiglione Falletto La Morra Serralunga d’Alba Cherasco Diano d’Alba Grinzane Cavour Monforte d’Alba Novello Roddi Verduno La legge prevede almeno tre anni di invecchiamento, a decorrere dal 1°gennaio dopo la vendemmia, di cui almeno due in botti di rovere o di castagno. Per ottenere la denominazione di è indispensabile un invecchiamento di almeno cinque anni. Barolo Riserva Le sue caratteristiche peculiari sono il granato con riflessi aranciati, molto limpido, quasi brillante e il intenso e pieno, seguito da un sapore asciutto, vellutato e armonico. colore profumo La sua gradazione non deve essere inferiore ai 13°. La e all’interno della sua area di produzione permette comunque di ottenere un ampio ventaglio di caratteristiche. varietà di terreni microclimi Il castello di Grinzane Cavour I vini prodotti nei vigneti di , e sono tendenzialmente di grande potenza e profondità e in grado di invecchiare egregiamente per svariati decenni, quelli del settore nord-ovest ( , ) sono invece solitamente caratterizzati da maggiore eleganza e immediatezza. Monforte d’Alba Serralunga Castiglione Falletto Barolo La Morra Anche le caratteristiche climatiche di ogni annata influiscono molto sulla qualità finale del vino, e nel corso degli anni si sono compilate tabelle con valutazioni sulla qualità media della produzione. Negli ultimi due decenni, grazie a un clima più caldo e a una più metodica gestione delle vigne, la frequenza di annate di grande livello è significativamente aumentata. Si accompagna splendidamente a tutte le carni rosse e in particolar modo alla selvaggina. È ottimo pure abbinato alle carni in umido, al brasato e agli stracotti. Consigliabile pure in compagnia di formaggi stagionati. dedica in una sua opera un pensiero a questo grande vino: “… tre nasi sono quel che ci vuole per bere il Barolo.” Cesare Pavese S. S. Madonna delle Grazie – Cappella del Barolo Barbera DOC è uno dei vini più rinomati del Piemonte, mentre è l’omonimo vitigno che dà origine a questo vino. La Barbera il Barbera È autoctono e molto antico, il nome stesso risale a prima dell’anno 1000, ed è diffuso in tutto il Piemonte, ma soprattutto nella zona di Alba e Asti. Può essere gustato sia giovane, sia invecchiato e nella denominazione , ottenuta, quest’ultima, quando viene invecchiato in botti di rovere per almeno un anno e ha almeno 0.5° in più di alcool. Superiore Sono presenti due varianti DOCG, ovvero la e la , e quattro differenti DOC: , , e . Barbera d’Asti Barbera del Monferrato Superiore Barbera d’Ast i del Monferrato d’Alba dei Colli Tortonesi Un’altra variante tipica della è la , giovane e un po’ effervescente. Barbera piemontese Barbera vivace Vino di gran classe, apprezzato a livello internazionale, è robusto e ricco di personalità, caratterizzato da un rosso rubino, acquisisce sfumature dai toni aranciati con l’invecchiamento. colore Tra i più consumati in Piemonte, è anche molto utilizzato nella preparazione di alcuni piatti tipici piemontesi, come e . arrosti risotti La Barbera si abbina ottimamente ad , e , e , e anche piatti grassi come il . agnolotti di carne carni lesse bollite stracotti di manzo stufati cotechino Ottimo compagno anche di . formaggi a media stagionatura Bottiglie su pupitre Dolcetto DOC In Piemonte viene prodotto in sette diverse varianti, alle quali è riconosciuta la DOC: , , , , , e . Dolcetto di Acqui d’Alba d’Asti delle Langhe Monregalesi di Diano d’Alba di Ovada di Dogliani Quest’ultimo è il più antico, citato già in documenti del 1593. Dolcetto I differenti terreni e microclimi in cui viene coltivato conferiscono al vino diversa fragranza e sapore. Un tempo era considerato un vino da tavola di tutti i giorni. Oggi, un po’ come la , sta acquisendo sempre maggiore importanza grazie a un’attenta selezione delle uve e a moderni metodi produttivi. Barbera Tutti i tipi di possono essere bevuti . Dolcetto giovani Sono classificati se invecchiati almeno un anno e hanno una gradazione alcolica pari o superiore a 12,5°. superiori Adatti a tutto il pasto, si abbinano particolarmente bene a , , e . salumi paste al ragù carni dalle cotture brevi formaggi freschi Bonarda DOC Ottenuto dal vitigno , è coltivata pervalentemente nelle province di Torino e Asti, ma è presente anche nel Pinerolese, in Valsusa e nel Canavese. Bonarda piemontese È caratterizzato da rosso rubino intenso, e da un bouquet intenso e gradevole. colore Il è secco e delicato e anche amabile, leggermente tannico, fresco, talvolta vivace o frizzante. sapore Freisa DOC Vino dal colore rosso scuro, prodotto in prevalenza sulle colline tra Asti e Torino, ma anche nel resto del Monferrato e nelle Langhe. Il nome deriva dal francese , che significa fragola, il cui profumo si ritrova appunto nel bouquet del vino. fraise La tradizione narra che durante le epidemie di peste, la Freisa era considerata rimedio contro il contagio. Esiste nelle tipologie Secco, Amabile e Frizzante. Il si sposa bene con le carni bianche, i primi e i formaggi semiduri. secco L’ è invece consigliato abbinato a salumi, aperitivi e antipasti. Amabile Lo o è ottimo con crostate di frutta e creme. Spumante Frizzante Carema DOC Vino ottenuto con uve prodotto sulle pendici dei monti al confine tra la provincia di Torino e la Valle d’Aosta. Nebbiolo Viene prodotto in piccole quantità, che la legge regolamenta; il prevede un invecchiamento di quattro anni, di cui due in botte. Carema È un vino morbido e vellutato, dal colore rosso granato. Il bouquet presenta leggere note di rosa. Vino da tutto pasto, può essere riservato anche a portate importanti. Le , coltivate sui fianchi della montagna terrazzati, offrono uno spettacolo suggestivo. vigne del Carema Su di essi la coltivazione viene effettuata tramite pergolati posti su pilastri di pietra, che di giorno accumulano il calore del sole e di notte lo restituiscono ai vigneti. Vigneti terrazzati a Carema Gattinara DOCG Spesso considerato alla pari dei grandi vini come il Barolo e il Barbaresco, il Gattinara prende il nome dal paese omonimo in provincia di Vercelli. È ottenuto principalmente da uve Nebbiolo, ma la legge consente di aggiungere in piccole quantità uva . Bonarda di Gattinara L’invecchiamento previsto è di almeno quattro anni, di cui due in botte. Caratterizzato da un rosso intenso, granato, con sfumature di aranciato, ha un intenso profumo di viola. colore Il è asciutto, lievemente amarognolo. sapore È un vino aristocratico, che ben accompagna i piatti della tradizione culinaria piemontese, come gli , la e la . arrosti cacciagione selvaggina Le sue origini sono antichissime: si ritiene che l’uva sia stata impiantata dai Romani fin dal II secolo prima di Cristo. Tini Ghemme DOCG Come il rientra nei vini piemontesi derivati dal vitigno ; è consentita l’aggiunta di uve e . Gattinara Nebbiolo Vespolina Bonarda Novarese Prende il nome dalla cittadina in provincia di Novara. Era già molto famoso nel 1800. In un celebre manifesto risorgimentale le maschere di e festeggiano la liberazione dagli Austriaci bevendo del . Gianduja Meneghino Ghemme Ancora oggi a Ghemme si possono trovare bottiglie risalenti alla vendemmia del 1861, anno dell’Unità d’Italia. Grignolino DOC Vino rosso DOC dalle caratteristiche peculiari. Nasce da un vitigno di difficile coltivazione e di poca resa, per questo è presente sul mercato in bassa quantità. Per le due versioni ammesse alla denominazione DOC ( e ) la legge consente l’utilizzo di una piccola percentuale di . Grignolino d’Asti del Monferrato Casalese uva Freisa Il è un vino asciutto, lievemente tannico, piacevolmente amarognolo, dal poco intenso è quasi considerato un rosé naturale. Grignolino colore Caratterizzato da una gradazione alcolica non elevata, è di solito un vino da bere giovane. Fu molto usato alla corte dei Savoia, dove si abbinava spesso al pesce. Pare che il nome derivi da , che significa vinacciolo (l’acino del Grignolino ha infatti molti semini). Secondo un’altra tradizione il nome potrebbe derivare dal gusto acidulo che fa digrignare i denti, in piemontese . Grignòla grignè Nebbiolo DOC Si tratta di uno dei più importanti e antichi vitigni piemontesi. Il suo nome potrebbe derivare dal fatto che l’uva ha una maturazione tardiva, che si può spingere fino ad ottobre avanzato, quando le prime nebbie autunnali scendono ad avvolgere le colline. Nebbiolo Il fatto che i suoi acini presentino sulla superficie esterna uno spesso strato di , dona inoltre una colorazione grigio-argento che ricorda a sua volta la nebbia. pruina Vitigno molto esigente, è coltivato in poche zone privilegiate del Piemonte. Le uve Nebbiolo sono impiegate per produrre i più importanti e famosi vini rossi del Piemonte, primo fra tutti il Barolo. Il Nebbiolo DOC è caratterizzato da un rosso rubino non troppo intenso, che tende al granato con l’invecchiamento. colore Il presenta note di viola e assume corposità col passare del tempo. bouquet Normalmente secco al palato, presenta anche una versione più amabile. Come i grandi vini rossi piemontesi il Nebbiolo si accompagna bene ai grandi piatti di carne della tradizione locale. Ciabot e grappoli