I vini rossi piemontesi

Il Barbaresco DOCG

Il vino delle Regine

Con il Barolo e il Brunello di Montalcino è nel novero dei grandi rossi italiani. Prende il nome da Barbaresco, comune delle Langhe in provincia di Cuneo, a 270 metri sul mare, e deve la sua fortuna all’enologo Domizio Cavazza, che alla fine del XIX secolo lo ha valorizzato con il suo approccio scientifico e la sua visione imprenditoriale.

Può essere coltivato nelle vigne di soli quattro comuni: Barbaresco, Neive, Treiso e Alba.

Il vitigno da cui è ottenuto è il Nebbiolo.

Il disciplinare di produzione prevede un periodo di invecchiamento di almeno due anni, di cui almeno uno in botti di rovere o castagno, calcolato a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo alla vendemmia.

Se sottoposto a un periodo di invecchiamento di almeno quattro anni può fregiarsi della classificazione di Riserva.

È un vino asciutto, elegante, con profumo prevalente di viola. Ha un colore rosso rubino che assume tinte aranciate con l’invecchiamento e un sapore asciutto, pieno, robusto, austero, ma al contempo armonico e la sensazione in bocca vellutata.

È un ottimo vino da meditazione, cioè da apprezzarsi anche al fuori di un pasto.

Può accompagnare ottimamente arrosti, pollame, selvaggina, ed è adatto per tutte le occasioni che richiedano un rosso di livello superiore.