

I vini di Paolo III Farnese: il gusto raffinato di un pontefice enologo
Il papa del Rinascimento e il suo amore per il vino

Paolo III Farnese, nato Alessandro Farnese, è stato una delle figure più influenti del Rinascimento. Il suo pontificato, dal 1534 al 1549, fu segnato da eventi di portata storica come l’apertura del Concilio di Trento, la riforma della Chiesa cattolica e il patrocinio di alcuni dei più grandi artisti dell’epoca, tra cui Michelangelo. Tuttavia, oltre a essere un abile politico e mecenate, Paolo III fu anche un grande appassionato di vino, un aspetto meno noto della sua vita, ma che rivela molto sulla cultura enogastronomica del tempo.
Grazie alle annotazioni di Sante Lancerio, il suo sommelier personale, oggi possiamo ricostruire le preferenze vinicole del pontefice e la sua visione della qualità enologica. Lancerio, che può essere considerato uno dei primi critici enologici della storia, descrisse con precisione le caratteristiche dei vini serviti alla corte papale, fornendo un quadro dettagliato della viticoltura italiana del XVI secolo.
Attraverso le sue annotazioni, scopriamo che Paolo III aveva una conoscenza profonda del vino e non si limitava a consumarlo, ma lo valutava con estrema attenzione. I suoi viaggi attraverso l’Italia gli permisero di assaggiare e giudicare numerosi vini regionali, dai celebri vini toscani e umbri ai più rari vini del nord Italia e della Francia.