

Il carattere elegante del pinot nero lombardo
Un viaggio tra storia, terroir e interpretazioni d’eccellenza

Origini antiche e fascino moderno
Tra i vitigni più nobili e affascinanti del panorama enologico mondiale, il pinot nero si distingue per una storia millenaria e una straordinaria capacità di adattarsi ai territori più vocati, restituendo sempre interpretazioni uniche. Le sue origini affondano in epoca romana: già Columella e Plinio il Vecchio ne parlavano come di un vitigno di pregio, molto probabilmente riferendosi a quello che oggi conosciamo come pinot nero. Le prime testimonianze certe della sua presenza risalgono però al Medioevo, quando i monaci cistercensi iniziarono a coltivarlo sistematicamente nella regione della Borgogna, in Francia.
La dedizione monastica contribuì in maniera significativa allo sviluppo qualitativo del vitigno: attraverso una meticolosa selezione dei cloni e una profonda attenzione al terroir, i monaci definirono le basi della viticoltura moderna. Ancora oggi, la Borgogna rappresenta il punto di riferimento mondiale per il pinot nero, ma l’influenza di questo vitigno si è ormai estesa ben oltre i confini francesi, arrivando a toccare con successo diverse regioni vinicole, tra cui la Lombardia.
Il pinot nero è anche uno dei vitigni più studiati, con oltre 300 sinonimi ufficialmente registrati. Questa molteplicità linguistica riflette la sua straordinaria diffusione e la sua capacità di adattamento, che però non deve trarre in inganno: si tratta di una varietà difficile da coltivare e da vinificare, che richiede competenze specifiche, passione e un’attenta gestione del vigneto.