

Vitigni italiani nel Nuovo Mondo
Anche i vitigni italiani viaggiano – 7 storie dal Nuovo Mondo tra radici e rinascita

La diaspora delle uve italiane: identità in movimento
Nell’era della globalizzazione agricola, anche i vitigni italiani hanno imparato a viaggiare. Spinti dalla ricerca di nuovi mercati, dalla curiosità dei produttori stranieri, ma anche dalle mutate condizioni climatiche e agronomiche, sempre più varietà autoctone italiane stanno trovando casa nel cosiddetto Nuovo Mondo: Stati Uniti, Argentina, Cile, Sudafrica, Australia. Un movimento silenzioso ma rivoluzionario, che sta riscrivendo la geografia del vino a livello globale.
Non si tratta solo di esportare piante, ma di esportare cultura, biodiversità, know-how. L’Italia vanta oltre 500 varietà iscritte al registro nazionale e una ricchezza genetica viticola senza paragoni. Questo patrimonio, un tempo confinato entro i confini regionali, oggi si confronta con suoli, climi e stili enologici completamente diversi. E lo fa con successo, dando vita a vini che conservano un legame con l’origine ma sviluppano nuove personalità.
L’interesse per i vitigni italiani è cresciuto anche per la loro capacità di resistere a condizioni climatiche estreme, come alte temperature, siccità o terreni difficili. Inoltre, il consumatore internazionale cerca sempre più vini “non omologati”, che raccontino storie, territori, tradizioni. E qui l’Italia ha molto da dire, anche lontano da casa.