La storia...Tra realtà e leggenda

Pericolose minacce

LO CHAMPAGNE APPESO A UN FILO

Il nemico sotterraneo

L’alba del XX secolo si annunciava radiosa: la tecnologia aveva fatto passi da gigante cambiando la vita delle persone, il denaro, diventato abbondante grazie all’industrializzazione, iniziava a vivere di vita propria creando quella specie di mostro che è la finanza, mentre lo Champagne mieteva successi ovunque. 

Ma quello che non era riuscito ad Attila, allo Zar e al cancelliere Bismarck, cioè distruggere, più o meno volontariamente l’ecosistema dello Champagne, stava per riuscire a quello che sembra un piccolo e insignificante insetto: la Filossera. Arrivato in qualche modo dall’America, la Daktulosphaira vitifoliae, meglio nota appunto come Fillossera, è un piccolo afide che conduce il suo complesso ciclo vitale principalmente sulle radici della vite, danneggiandole in modo irreparabile e portando la pianta a morte certa nel giro di 3 anni. 

Nel 1863 comparve per la prima volta in Europa ma, all’inizio, non ci si diede troppa preoccupazione, confidando nella chimica, in quegli anni particolarmente cruenta e si scoprì che il letale afide della chimica se ne faceva un baffo, continuando non solo a resistere a tutte le venefiche pozioni cui era sottoposto, ma espandendosi a macchia d’olio nel vecchio continente e tenendosi per ultimo il boccone più prelibato, la regione francese della Champagne. Nel 1890, quando alcuni speravano già di averla scampata, la fillossera fece la sua prima comparsa in Champagne e da quel momento iniziò una nuova lotta, non più contro gli eserciti, ma contro un nemico subdolo e sfuggente. Se le guerre precedenti erano state affare di stato, ora la battaglia era tutta nelle mani del popolo champenois! E, come spesso accade, l’equazione crisi=opportunità, trovò una soluzione dalle implicazioni inaspettate. 

Il problema della fillossera interessava tutti, contadini e Maison poiché la distruzione totale del vigneto avrebbe azzerato l’economia della zona. Ma i vigneron, pur conoscendo tutte le problematiche del vigneto, non avevano mezzi e capitali per combattere il nemico. Unire le forze sarebbe stata la soluzione più logica.