Tu chiamale emozioni
La prima cosa che si nota, entrando nel cortile di Francoise Bedel, dopo un’ora di viaggio da Epernay, è che da queste parti non hanno la passione per le auto di lusso. Le due Peugeot parcheggiate testimoniano di molte battaglie con le strade di campagna e ci fanno sentire, in questa frontiera occidentale della Champagne, ancora più lontani dallo sfarzo dell’Avenue du Champagne di Epernay.
Vincent Desaubeau, il figlio di Francoise Bedel, è giovane, sorridente e contento di fare questo lavoro.
La domanda, per me e per voi lettori, è di rito: “che emozioni vuoi dare a coloro che bevono il tuo Champagne?” Attimo di sospensione, probabilmente non è una domanda tanto ortodossa da queste parti.
“Piacere. Una pura ed essenziale sensazione di ben-essere. Un momento da ricordare.” Bella risposta, penso. E mi rendo conto che posso affondare senza paura.
“Che ruolo ha il Pinot Meunier in tutto questo?” L’attimo di sospensione si fa più lungo, mi guarda perplesso, e poi: “bella domanda!” Ovvio; ora mi aspetto un’altra risposta interessante che non tarda ad arrivare: “il Pinot Meunier è camaleontico, a seconda del terroir può esprimere l’intera gamma delle sensazioni dello Champagne, a volte può essere Chardonnay, a volte Pinot Noir, ma sempre con misura, con armonia, con leggerezza e questo permette di costruire quel piacere profondo e misurato che voglio dare ai miei vini.”