Esistono sostanziali differenze tra bere e gustare che provo a spiegare con un esempio, tanto per cambiare musicale, ma si sa, la musica e il vino hanno analogie sottili e inaspettate.
Come tu mi vuoi
Potrei ascoltare Paolo Conte mentre pulisco le fughe delle piastrelle del bagno o mentre sto bevendo qualcosa con gli amici, chiacchierando dei massimi sistemi. In entrambi i casi mi ricorderei di un piacevole sottofondo musicale, sincopato, un po’ jazz un po’ sudamericano, con un pianoforte in primo piano e una affascinante voce roca che canta parlando e parla cantando. Niente male, direte. Ma potrei seguire la medesima musica con più attenzione, in cuffia, senza distrazioni, forte, magari, di qualche informazione sull’autore. E allora scoprirei armonie originali, il pianoforte suonato in modo personalissimo, testi ricchi di poesia, misurati ed essenziali, varietà di temi e di stili, per minuti o ore di piacevole ascolto. Certo, Paolo Conte potrebbe anche non piacermi, ma dopo averlo ascoltato in questo modo, sarò in grado di comprendere abbastanza la sua musica da poter formulare un giudizio, e non è poco.